LO SCONCERTANTE CONCORSO PER C1
MANCANO LE PAROLE
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell’Inail confermando la decisione del TAR di sospendere la procedura concorsuale interna per la p.o. C1.
L’Amministrazione, in attesa delle decisioni nel merito, ha deciso di procedere comunque all’effettuazione del concorso alla data già fissata.
Venerdì 5 maggio il Consiglio di Stato, a cui l'Inail si è appellato avverso la sospensiva del concorso per C1 decisa dal TAR del Lazio, si pronuncerà in merito alle sorti di una procedura destinata a dover superare una serie innumerevole di ostacoli prima di andare definitivamente in porto.
L'Amministrazione sostiene di essere piuttosto fiduciosa sugli esiti della decisione, confidando in una lettura degli atti da parte del Consiglio meno superficiale e disattenta rispetto a quella attuata dal TAR. Ci auguriamo che la visione ottimistica dell'Amministrazione trovi conferma nella pronuncia del Consiglio, consentendo quindi l'effettuazione della prova concorsuale il 6 giugno.
Abbiamo già formulato in precedenti comunicati le nostre osservazioni in merito ad una procedura che riguarda il personale appartenente ad un'Area particolarmente in sofferenza come quello dell'Area B.
Oggi però vorremmo tentare dì riflettere su un altro aspetto, di carattere più generale: sul clima di profonda conflittualità che da troppo tempo imperversa nei nostri luoghi di lavoro. Un clima di conflittualità non tra lavoratori ed Amministrazione, come sarebbe naturale quando necessario, ma piuttosto tra lavoratori e lavoratori.
Conflittualità che nella stragrande maggioranza dei casi sfocia in un ricorso.
Ricorso, parola magica, panacea a tutti i mali che sembra avere in esclusiva la capacità di affermare i propri diritti oltre al potere di risolvere le frustrazioni, il malessere di tutti, anche contro tutti, anche a costo di diventare un boomerang. Non è forse stato così per il concorso a C1 per i non curriculati, impantanato per anni ed alla fine annullato, cancellato con un colpo di spugna? Risultato? I non curriculati non sono passati, i troppo curriculati nemmeno, i concorsi complessivamente bloccati per anni. Nel frattempo cambiano le regole (parere del Consiglio di Stato sull'inquadramento da un'area all'altra, sentenza della Corte Costituzionale sulla riserva dei posti da destinare all'esterno...), diminuiscono i fabbisogni per effetto dei tagli previsti dalle varie Finanziarie. Si perde tempo inutilmente e tutto diventa più difficile.
Questo potrebbe essere lo stesso risultato che si produrrebbe nel caso in cui il Consiglio confermasse la sospensiva del TAR, per effetto del ricorso presentato da 19 CFL. Per rivendicare un giusto e sacrosanto diritto alla stabilizzazione la strada non è più quella dello sciopero, della mobilitazione, delle forme di lotta: si preferisce utilizzare la via del ricorso per partecipare ad una procedura concorsuale pur non avendone formalmente diritto o per annullarla. Inutile sottolineare la contraddizione: se mi fanno partecipare è una procedura legittima, altrimenti deve essere annullata per motivi che nulla hanno a che fare con la mia mancata partecipazione. Poco importa che la procedura riguardi centinaia e centinaia di colleghi che aspettano il giusto riconoscimento a quanto fanno quotidianamente da anni e che in questi giorni stanno studiando chiedendosi se valga la pena di farlo per un concorso che potrebbe anche non esserci. Poco importa, il mio diritto vale più del tuo o meglio, MORS TUA VITA MEA.
Non è nostra intenzione fare la paternale a nessuno: è un ruolo che non ci appartiene, ma soprattutto non ci appassiona. Vogliamo, questo sì, richiamare l'attenzione di tutti su questa situazione che diventa sempre più pesante: la divisione non ha mai giovato alla difesa dei diritti dei lavoratori, anzi ha sempre consentito alle controparti di “governare” meglio il sistema, secondo la logica del dividi et impera. E allora? Le storie, i percorsi individuali, hanno un significato ed appartengono al vissuto individuale o collettivo della nostra vita lavorativa, ma qualche volta cerchiamo di scordarci di essere CFL, ex LSU, sperimentati, troppo curriculati, ex Efim, ex SCAU, C5, vincitori di questo o quel concorso… e prendiamo coscienza di essere, tutti insieme, prima di tutto lavoratori, capaci di trovare nelle battaglie contro la negazione dei diritti e per la difesa della dignità, una reale unità.
Roma, 2 maggio ’06 RdB-CUB PI INAIL
DIVIDE ET IMPERA!