C1 IL MIRAGGIO ?!!

Roma -

 

  

PRIMA O POI TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE   

 

 

All’inizio del 2006,  descrivendo la situazione assurda che si sarebbe venuta a verificare per effetto del parere del Consiglio di Stato in merito all’inquadramento del personale vincitore del concorso a C1, intitolammo il volantino: “Adesso basta!”. Credevamo di aver toccato il fondo… oggi siamo di fronte all’evidenza che il fondo non era stato  ancora toccato e che probabilmente  quella di oggi  non è ancora neanche la situazione  definitiva!

Il personale che doveva partecipare alla selezione il 6 giugno  ha ricevuto la laconica comunicazione  rispetto alla sospensione del concorso: sospensione, quindi,  non annullamento, anche se l’esito di questa disgraziata procedura, è veramente appeso ad un filo. Nell’incontro di ieri l’Amministrazione ha confermato che si farà carico di tutti gli adempimenti necessari, tecnici e politici, per portare a compimento la procedura ma francamente rispetto a questi impegni rimaniamo, per usare un eufemismo, alquanto scettici. E  comunque rispetto alla prassi procedurale del concorso non ci resta che “prendere atto” ed attendere che nell’incontro di giovedì 18 l’Amministrazione sia in grado di relazionare con precisione lo stato delle cose.

 Detto questo riteniamo però che questa ennesima beffa ai danni dei lavoratori dell’area B  sia veramente la goccia che fa traboccare il vaso e che faccia emergere in maniera dirompente quel malessere profondo, quella frustrazione di cui stiamo parlando ormai da troppo tempo nei nostri comunicati sindacali. Non c’era bisogno di essere facili profeti per capire che la rabbia di lavoratori ai quali  viene sistematicamente negato il diritto al riconoscimento di quello che già fanno, aspettava solo l’ennesimo segnale per emergere con forza: adesso veramente basta! Non vogliamo andare a ricercare le colpe di questa situazione, non oggi, non qui. Quello che è chiaro è  che forse  la pazienza dimostrata in tutti questi anni, venti per qualcuno, dieci per qualcun altro, è veramente finita e non si può continuare a fare con impegno e dedizione, senso di responsabilità e senso di appartenenza  un lavoro per il quale non si è retribuiti, restando a guardare treni che passano per alcuni, ma mai per altri.  Il problema è proprio questo e l’Amministrazione se ne deve fare carico, assumendosi la responsabilità di scelte sbagliate fatte in passato nell’ignorare sistematicamente questi lavoratori. La nostra richiesta di parametrazione unica dell’incentivo per esempio, adottata dall’Inps ormai in tempi remoti, andava proprio in questa direzione: ferme restando le  differenze retributive tabellari, la parametrazione unica restituiva parzialmente  la dignità ad un lavoro superiore svolto da centinaia e centinaia di lavoratori, necessario nelle singole unità operative, ma continuamente negato nei fatti. Poca cosa, ma un segnale da dare ai lavoratori, segnale continuamente negato. Ora ognuno si assuma le  proprie responsabilità: non sappiamo se il concorso andrà a buon fine, quando e come. Sappiamo però di certo che esiste il problema dell’Area B, di tutta l’Area B  a prescindere dal concorso, visto che comunque i posti non sono sufficienti per tutti, un problema che va risolto alla radice imponendo una nuova idea di ordinamento professionale  che elimini   l’area B come stiamo dicendo ormai da anni. Il concorso può, poteva, non sappiamo neanche che forma verbale usare, rappresentare una tappa nell’eliminazione progressiva di questa area. Così l’abbiamo visto noi e per questo ci siamo spesi con determinazione perché, a prescindere da tutto, valutazione compresa, la procedura si avviasse.  Oggi siamo di fronte ad uno scenario nuovo che impone un nuovo protagonismo dei lavoratori SE NON SI VUOLE MORIRE  B e che impone scelte diverse, anche in merito alla ripartizione del fondo del salario accessorio. Per questo riteniamo che la sola effettuazione delle ore di assemblea, come segno di protesta da dare nelle sedi,  seppur condivisa, non sia sufficiente e rischi di trasformarsi in un rituale. I lavoratori devono dare oggi, domani potrebbe essere  inutile, un segnale forte all’Amministrazione ponendo la questione delle  mansioni superiori, in tutte le forme che si riterranno opportune.  Solo in questo modo sarà possibile evidenziare tutto il lavoro sommerso che quotidianamente da anni viene svolto senza alcun riconoscimento. Solo in questo modo si apriranno concreti scenari di prospettive di carriera.

 

Roma,  12 mag. 06                                                                  RdB-CUB PI INAIL

                                                                                              Daniela Mencarelli