CHE FINE HA FATTO IL NUOVO MODELLO SANITARIO?!
Si è tenuto l’altro ieri pomeriggio l’incontro con il Presidente e il Direttore Generale richiesto da CGIL, CISL, UIL e CISAL.
Sulla richiesta di questo incontro si era interrotto bruscamente il confronto sul nuovo modello sanitario che dopo ben un anno e mezzo era finalmente arrivato al tavolo della trattativa (il 21 maggio u.s.) e quindi alla dirittura finale.
Ma di cosa abbiamo parlato durante l’incontro?
Immaginavamo che l’ordine del giorno dell’incontro con i vertici dell’Amministrazione andasse nella direzione di comprendere come il nuovo modello sanitario avrebbe potuto contribuire alla realizzazione del Polo Salute e Sicurezza, magari di come avrebbe potuto contribuire a dare a questo una spinta propulsiva, insieme alla ricerca, insieme alla formazione e insieme all’informatica …
Niente di tutto questo.
La discussione, che più che altro è stata un soliloquio dei sindacati che avevano richiesto l’incontro, era finalizzata esclusivamente a trovare un “accordo” con l’Amministrazione per portare avanti le politiche imposte dal Governo compresa la “spending review”, addirittura arrivando a richiedere la sottoscrizione di un documento che ne comprendesse la tempistica, una sorta di complicità “certificata” al pari di quella avuta con l’intesa del 3 maggio da Camusso, Bonanni, Angeletti e UGL con il Governo. Qualche sindacato ha tenuto anche a sottolineare “…anche se questi accordi dovessero risultare dolorosi per il personale…”.
La USB, questo incontro non lo aveva richiesto, soprattutto non lo aveva considerato un motivo valido per interrompere la trattativa sul Nuovo Modello Sanitario, ed ha tenuto a ribadirlo nel corso dell’incontro. Così come ha tenuto a precisare che l’USB NON VUOLE PARTECIPARE ad applicare i tagli che vengono imposti dal Governo che ha, anzi, contrastato in tutti i modi possibili, con lo sciopero innanzi tutto e con tutte le altre iniziative che in questi giorni riempiono le piazze delle città italiane.
Se l’obiettivo dell’incontro richiesto era quello di vedersi “certificata” dall’Amministrazione la possibilità di essere complici nel contribuire allo sfacelo della Pubblica Amministrazione anche dentro il nostro Ente, forse i lavoratori dovrebbero capire definitivamente che i sindacati non sono tutti uguali. C’è chi contrasta la politica dei tagli imposta dal Governo e c’è chi chiede, ancor prima di conoscere anche solo le dimensioni del fenomeno, di cogestire la fuoriuscita di centinaia migliaia di lavoratori dalla Pubblica Amministrazione. E’ accaduto con l’accordo del tre maggio con la Funzione Pubblica e rischia di ripetersi all’Inail. Ci sembra chiaro che siamo di fronte a due modi di fare sindacato incompatibili e contrastanti che difficilmente possono trovare punti di incontro.
Solo la USB e l’ANMI hanno ricordato all’Amministrazione di che cosa si stava parlando ben due mesi fa: la realizzazione del Nuovo Modello Sanitario. Gli altri erano troppo impegnati a cercare, senza riuscirci, qualche argomento per confezionare un comunicato intersindacale su cui evitiamo qualsiasi commento, lasciandolo all’intelligenza dei lavoratori del nostro Istituto.
Roma, 13 luglio 2012
USB – P.I.
Coord. Naz. INAIL