A PROPOSITO DEGLI A1
A PROPOSITO DEGLI A1…
Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un’insolita attenzione nei confronti delle problematiche dei lavoratori inquadrati in A1.
Come spesso accade, le legittime aspettative del personale “urtano” la suscettibilità di più di qualcuno che si prodiga nel tentare di spiegare agli interessati il proprio personale punto di vista, spacciandolo per la Verità con la V maiuscola. Ma non sempre la realtà è quella che viene rappresentata.
Non più tardi di un mese fa si è svolta la trattativa per la rivisitazione della dotazione organica del personale dell’Istituto. Ci dispiace doverlo sottolineare di nuovo, ma riteniamo che Amministrazione e OO.SS. abbiano perso un’importante occasione per iniziare a dare risposte concrete al personale dell’area A. La previsione di un fabbisogno di 100 posti in B1, richiesta dalla RdB, avrebbe infatti consentito di dare una prima, seppur parziale, risposta a questi lavoratori in attesa dell’apertura del tavolo negoziale per il prossimo rinnovo contrattuale dove chiederemo la definizione di un ordinamento professionale realmente rispondente alla realtà organizzativa degli Enti, basato su un’unica area, unica soluzione possibile in un’organizzazione del lavoro per processi come quella adottata nella stragrande maggioranza degli enti del comparto.
La richiesta della RdB di rivisitazione del fabbisogno di B1 non avrebbe comportato alcun drammatico problema e soprattutto non avrebbe comportato alcuna spesa a carico del fondo. Infatti riducendo di una sola unità ogni singola qualifica professionale si sarebbe ottenuto l’importo sufficiente a prevedere 100 posti in B1; inoltre l’eventuale passaggio in B1 non avrebbe gravato sul fondo perché la previsione contrattuale in tal senso riguarda solo i passaggi dei lavoratori inquadrati in A1 in servizio al 31 dicembre 2002. Per tutti gli altri rimane valido quanto stabilito per i passaggi da un’area all’altra: rimangono cioè a carico del bilancio dell’Ente.
Certo, prevedere un fabbisogno in B1 sarebbe stato in netta controtendenza rispetto a quanto fatto in passato: da anni sosteniamo che la posizione di ingresso nell’istituto è in B2, ma è evidente che tale previsione sarebbe stata solo strumentalmente funzionale allo svuotamento reale dell’area A. Allora, senza arrampicarci troppo sugli specchi, diciamo francamente che non c’era la volontà di dare risposte a questo personale e andiamo avanti….
La storia degli A1 la conosciamo tutti, e noi particolarmente bene: abbiamo contribuito a scriverla insieme ai lavoratori “ex portieri” di Inail, Inps, Inpdap, che hanno seguito con noi la trattativa all’Aran partecipando passo dopo passo all’evolversi del negoziato. Noi c’eravamo e non siamo disposti a far sì che la storia con il passar del tempo si trasformi in preistoria: la vicenda di altre categorie di personale ci insegna che i mesi si trasformano in anni e gli anni in decenni senza che le risposte vengano date.
Abbiamo perso un’occasione ma abbiamo altri importanti momenti di confronto con l’Amministrazione davanti a noi, a partire da quello sul mansionismo: anche il personale dell’area A così come quello dell’area B è quasi totalmente, tranne rarissime eccezioni che confermano la regola, adibito a mansioni superiori, come abbiamo più volte avuto il modo di rappresentare ai vertici del nostro Istituto e come abbiamo più volte evidenziato nelle nostre circolari. Abbiamo il dovere, come Organizzazioni Sindacali, di dare risposte concrete proprio a partire da quelle categorie dove le contraddizioni sono più evidenti ed è più forte il malessere del personale.
Noi continueremo a percorrere questa strada: saremo ben contenti se durante il percorso qualcuno si aggiungerà a noi… Altrimenti continueremo da soli, come spesso abbiamo fatto, ma avendo sempre ben chiaro l’obiettivo che vogliamo raggiungere.
Roma, 2 maggio 2007-05-02 RdB CubInail
Mencarelli Daniela