SULLA RIPARTIZIONE DEL FONDO DELLE AREE
La scorsa settimana l’Amministrazione ha portato al tavolo l’accordo relativo alla ripartizione dei fondi, non sottoscritto da RdB USB, ANMI e CIDA. L’ultima chance per poter avere una risposta alle richieste avanzate dalla RdB, volte a trovare almeno una soluzione economica per i colleghi che non potranno beneficiare dei passaggi di livello.
L’Amministrazione ha risposto negativamente, non trovando il modo per poter soddisfare le legittime aspettative di questo personale.
Nella quasi totale indifferenza del resto del tavolo l’Amministrazione ha spiegato che l’unica possibilità per poter dare risposte economiche sarebbe stata quella di modificare il contratto integrativo, modifica pressoché impossibile dal momento che si sarebbe rimesso in moto tutto l’iter di approvazione da parte del Collegio dei sindaci prima e dei Ministeri vigilanti dopo.
La RdB legge la decisione presa dall’Amministrazione, nel silenzio di tutti gli altri, solo come un rinvio, perché necessariamente nel 2011 bisognerà creare le condizioni per dare risposte concrete a questo personale .
Per quanto riguarda la ripartizione del fondo, il recupero rispetto al 2009 per il personale delle aree ammonta a circa 922 euro pro-capite. Ovviamente in questa cifra, calcolata attraverso la divisione dell’incremento per il numero dei lavoratori, sono incluse le spese per i passaggi, tutti gli emolumenti mensili pagati dal fondo, come ad esempio il compenso unico di professionalità, le spese per le posizioni organizzative, i turni, gli straordinari… Questo significa che il saldo dell’incentivo “potrebbe” essere inferiore a quello del 2009.
Quest’anno inoltre, per effetto della finanziaria che blocca le retribuzioni per il prossimo triennio, si è convenuto di disattivare la differenziazione economica relativa alle valutazioni positive: questo significa che le valutazioni (0.90-1.0-1.10) verranno economicamente considerate tutte uguali ad 1.
A prima vista sembrerebbe una vittoria dei lavoratori che hanno contrastato la previsione dell’introduzione della meritocrazia sulla produttività.
In realtà non si sono messi in discussione i criteri meritocratici, né si è voluto dare un seppur piccolo segnale alle difficoltà economiche di un personale già gravemente penalizzato dal blocco dei salari per 4 anni, dalla riduzione dell’organico con il conseguente aumento dei carichi di lavoro; un personale privato del valore della professionalità acquisita nel tempo, oppure frustrato dall’assegnazione di posizioni organizzative basate sulla “fiducia” più o meno ripagata, a volte vessato da dirigenti poveri di esperienza ma ricchi di arroganza. Niente di tutto questo.
C’è un solo motivo a questa iniziativa: la difficoltà pratica di far conciliare la meritocrazia voluta da Brunetta con il blocco dei salari imposto con la Finanziaria da Tremonti.
Infatti, con l’applicazione del blocco dei salari al 2010, previsto dalla Finanziaria per gli anni 2011-2012 e 2013, se ad un lavoratore venisse attribuito il parametro 0.90 nell’anno 2010, paradossalmente sarebbe impossibile, anche di fronte alla valutazione di miglioramento della performance individuale da parte della dirigenza, il recupero economico negli anni successivi. Lo stesso meccanismo si determinerebbe se, invece di parlare di parametri Inail, si parlasse di fasce Brunetta. Non a caso il presidente della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni Pubbliche, Antonio Martone, afferma che “le amministrazioni sono tenute ad operare la valutazione individuale del personale …anche indipendentemente dalle conseguenze di ordine economico” e che molti Organismi indipendenti di valutazione (gli organismi interni alle singole Amministrazioni, previsti dal decreto Brunetta) “hanno prospettato l’eventualità che, alla luce delle norme previste dalla finanziaria, non sia necessario operare la valutazione individuale”.
Roma, 2 novembre 2010
RdB-USB INAIL
Coord. Naz.P.I.