Stesse condizioni, stessi diritti (a proposito dei buoni pasto)
Abbiamo appreso che nella giornata di ieri anche l’Amministrazione INPS ha deciso di erogare, a decorrere dall’11 marzo, il buono pasto ai lavoratori e alle lavoratrici in smart working.
Così anche l’Inps ha adottato la stessa scelta già fatta da altre pubbliche amministrazioni, evidentemente consapevoli che lo smart working in emergenza, considerato in questa fase “lavoro ordinario”, non può penalizzare dal punto di vista economico i lavoratori e le lavoratrici.
Avremmo preferito evitare che le decisioni su questo tema fossero lasciate alla “buona volontà” delle singole Amministrazioni e non scaturissero invece da una direttiva di carattere generale emanata dalla Funzione Pubblica e quindi valida per tutto il pubblico impiego. Questa la richiesta fatta da USB P.I. al Ministro il 1° Aprile, proprio per evitare ingiustificabili trattamenti differenziati. Dobbiamo evidentemente rassegnarci al fatto che la Dadone è particolarmente impegnata nel guardare con attenzione solo gli aspetti dello smart working che le sono più congeniali, tralasciando, o meglio, lasciando alle singole Amministrazioni il compito di decidere sul da farsi in merito alla corresponsione dei buoni pasto.
A questo punto riteniamo che la nostra Amministrazione non possa più tergiversare e debba assumersi la responsabilità di dare una risposta alla nostra richiesta del 3 aprile, motivata dal fatto che nessun lavoratore in questa fase debba subire decurtazioni, seppur indirette, al proprio salario.
Ricordiamo a tutti che i buoni pasto non sono stati una gentile concessione ma rappresentano un costo contrattuale.
Anche per questo continueremo a sostenere la necessità che il valore dei buoni pasto venga inserito in busta paga risolvendo così alla radice ogni problema legato al loro riconoscimento o alla loro fruizione.
Roma, 15 maggio 2020 USB P.I. Inail