RIORGANIZZAZIONE DELLE SEDI DELLA LOMBARDIA: IL PROBLEMA E’ LA CARENZA DI PERSONALE

Roma -

Nell’incontro di ieri 22 febbraio 2021 l’amministrazione ha illustrato, anche al tavolo nazionale, la proposta di riorganizzazione delle sedi dell’area metropolitana di Milano, già illustrata e condivisa a livello regionale da tutte le OO.SS.

La convocazione si è resa necessaria per la richiesta di cgilcisluil che, a seguito di tale razionalizzazione, hanno posto il problema della revisione del regolamento sulla mobilità.

Il DR. Tomasini DCOD e la Dr.ssa Lanza Direzione regionale Lombardia hanno ribadito che tale razionalizzazione si è resa necessaria per consentire la ricollocazione degli uffici della Direzione regionale, la cui dislocazione non era più sostenibile a seguito degli esorbitanti costi di affitto dell’edificio di via di Porta Nuova.

Il trasferimento, che ha riguardato anche altre sedi dell’area metropolitana negli immobili di proprietà dell’Istituto, si basa su una valutazione dei portafogli, dei carichi di lavoro e sulla collocazione geografica delle strutture interessate che assumeranno una denominazione diversa, proprio sulla base dell’area geografica su cui insistono.

Nel suo intervento la USB, oltre a ricordare la vetustà del problema e dei mancati interventi nel passato, ha stigmatizzato il fatto che l’attuale Dirigenza della Lombardia si sia trovata costretta ad eseguire le procedure di azzonamento in pieno periodo pandemico.

Ha auspicato, inoltre, che vengano risolte le difficoltà logistiche e ambientali dell’edificio che ospiterà la nuova sede di Milano NORD EST, che risulta avere spazi assolutamente insufficienti e ha evidenziato l’ incongruenza della mancata costituzione della sede di Milano Nord OVEST che avrebbe contribuito ad alleggerire i portafogli delle altre sedi.

 

Ma soprattutto ha evidenziato la grave carenza di personale della regione Lombardia che a settembre del 2020 era di: 2 Dirigenti, 7 Avvocati (di cui 5 a Milano), 4 primari, 18 Medici DM1 e circa 120 amministrativi (a cui aggiungere ulteriori 10 amministrativi trasferiti recentemente con la mobilità nazionale).

Numeri, quelli attuali, assolutamente insufficienti a garantire i livelli di prestazione di qualità dovuti all’utenza, se non attraverso un grande e costante sacrificio da parte del personale dell’Istituto.

 

Abbiamo quindi chiesto notizie in merito allo svolgimento del concorso C1, sottolineando che questa riorganizzazione non risolve certo i gravissimi problemi di carenza del personale della regione.

 

La discussione si è quindi focalizzata sulla questione “reclutamento nuovo personale” a fronte delle ormai insostenibili carenze, che affliggono non solo la Lombardia ma tutto il territorio nazionale, compresa la direzione generale.

Il Dr. Mazzetti ha chiarito che l’attuale sistema normativo, collegato alla situazione della pandemia, consente l’effettuazione di prove in presenza per solo 30 persone e le domande di partecipazione pervenute sono oltre 74.000, rendendo così palese la situazione di difficoltà di espletamento del concorso esterno per 635 nuovi C1.

Difficoltà che riguardano anche il concorso per 41 posizioni informatiche con 800 candidati, quello per Dirigenti Medici con 1.070 candidati e il concorso interno per il passaggio dei lavoratori dalla area B alla area C (circa 520 candidati).

Condividendo la sottolineatura del capo del personale che non basta stigmatizzare la situazione, denunciando la grave carenza di personale ormai nota a tutti ed in tutte la amministrazioni pubbliche, abbiamo proposto di prendere in considerazione la possibilità di arrivare  alla stabilizzazione dei medici e degli infermieri precari, recentemente acquisti con contratti cococo, non utilizzando la formula del concorso ma quella del riconoscimento della professionalità acquisita, modalità che potrebbe essere utilizzata anche per i passaggi interni tra le aree, formula utilizzata anche in passato.

Come affermato dal capo del personale, la denuncia non è più sufficiente ed è arrivato il momento che tutti prendano coscienza della necessità di assumere iniziative più incisive, senza pensare che la situazione possa evolvere favorevolmente in modo autonomo, anche in previsione dei vincoli che il “recovery fund” porrà anche alla pubblica amministrazione per la concessione delle risorse economiche promesse.

Il ritorno dell’On. Brunetta alla guida della Funzione Pubblica non è certo un segnale rassicurante.

Sul terreno della battaglia contro la carenza di personale tramite le assunzioni, eliminazione del mansionismo e stabilizzazioni, la USB conferma la sua più ampia disponibilità ad organizzare i lavoratori in tutte le azioni che si dovessero rendere necessarie.

 

Roma, 23 Febbraio 2021                     USB Coordinamento Naz. INAIL