Procedura Agenda Inail, la misura è colma: USB proclama lo stato di agitazione
A distanza di una settimana dal nostro comunicato sulla nuova procedura Agenda si è tenuto martedì mattina un incontro con l’amministrazione alla presenza del Direttore Generale e del Dirigente Centrale DCOD Dr. Tomasini.
Poche e non soddisfacenti le risposte alle nostre precise domande: siamo usciti dall’incontro con qualche certezza in più rispetto a come siamo entrati, prima tra tutte che chi commette degli errori deve rispondere di questi errori e non lasciare al solo Direttore Generale il compito di scusarsi e di ammettere l’ennesima débacle procedurale.
Alla richiesta di sospendere la proceduraci hanno risposto che è impossibile.
Punto, senza troppe spiegazioni.
Ci è stato detto che l’adozione della nuova proceduranon ci è stata imposta da nessuno, che nessuno “ci ha obbligati a prendere la medicina”. Lapsus freudiano di Tomasini che evidentemente ha introiettato che ogni nuova procedura diventa per i lavoratori dell’Inail una medicina amara, una purga ad espiazione di non si capisce quale colpa. Mentre in un primo momento ci è stata spacciata come una necessità presente anche in altre pubbliche amministrazioni, dopo che abbiamo sostenuto che questo non è affatto vero, ci è stato risposto che tutti gli altri lavorano ancora con il cartaceo, sottolineando in qualche modo l’orgoglio di un Inail innovativo e all’avanguardia sul piano informatico. Delle due l’una: ci dobbiamo allineare alle altre Amministrazioni o dobbiamo fare ancora una volta i primi della classe sulle spalle dell’utenza e dei lavoratori, per esporre il prodotto in qualche vetrina d’eccellenza, a prescindere dai risultati?
Alla richiesta di capire perché non è stata fatta alcuna sperimentazionesulla procedura ci è stato detto che la sperimentazione ha riguardato soltanto una parte, che quella rilasciata contiene le procedure di gestione di specificità come ad esempio premessi L.104 e che non era possibile fare su questa una sperimentazione più larga in considerazione della pervasività e della interazione tra diversi sistemi. Impossibile mantenere in parallelo contemporaneamente i due sistemi. Ci auguriamo che altri soggetti pubblici e privati non abbiano i nostri stessi problemi in termini di pervasività ed interazione: non osiamo immaginare il rilascio di una procedura in una compagnia aerea, in una banca o in RECUP regionale senza la dovuta sperimentazione.
Abbiamo quindi chiesto chiarimenti in merito al contratto e ai costidella nuova procedura, in particolare abbiamo chiesto conto dei costi relativi ad ogni ticket inviato per richiesta intervento al Service Now che, per quanto ci risulta, oscilla tra i 20 e gli80 euroa chiamata a seconda della difficoltà della soluzione. Costi che si aggiungono a quelli legati alle ore lavoro perse dal personale per gestire la procedura Agenda.
Scarse e imbarazzanti le risposte. I contratti sono pubblicati, della serie andateveli a cercare, anche se abbiamo fatto notare che non è proprio semplice cercare documenti relativi agli appalti nel sito Inail. Eppure in questo campo la trasparenza dovrebbe essere d’obbligo.
I costi? Tomasini ha dichiarato che non può certo ricordare i costi di una chiamata al Service Now, ma sta di fatto che è arrivato impreparato all’interrogazione. E francamente, a pensar male qualche volta ci si azzecca, diceva qualcuno e vorrà dire che se l’Amministrazione non ci fornirà a breve le informazioni che le abbiamo chiesto, ce le andremo a cercare da soli, riservandoci di utilizzarle come meglio riterremo opportuno.
Siamo completamente insoddisfatti dell’esito della riunione e riteniamo che ancora una volta si sia resa evidente quella frattura, che come USB denunciamo ormai da tempo, tra centro e periferia, tra progetti altisonanti, costosi ed inutili e le necessità concrete dei lavoratori. Non servono smartphone o procedure “all’avanguardia“ che fanno solo perdere un mucchio di tempo e regalano soldi ai privati, servono stampanti, scanner, postazioni rinnovate agli sportelli.
Serve la carta per fare le fotocopie.
E serve soprattutto prestare attenzione al rapporto con i lavoratori: sospendere la procedura sarebbe stato un bel segnale.
USB ritiene che sia arrivato il momento di dare all’Amministrazione segnali concreti e per questo proclama lo stato di agitazione del personale e avvia le procedure per la proclamazione di un’ora di sciopero.
Se veramente siamo stanchi di lavorare in questo modo dobbiamo dimostrare che questa volta la misura è veramente colma!
Roma, 20 giugno 2019
USB P.I. INAIL