NO AL SILENZIO-ASSENSO ED ALLA TRATTENUTA PER DIPENDENTI E PENSIONATI
IL SILENZIO ASSENSO
UNO STRUMENTO SUBDOLO PER PRELEVARE RISORSE
DALLE TASCHE DEI DIPENDENTI
E PENSIONATI PUBBLICI
PER VERSARLE A SOGGETTI PRIVATI
Dando attuazione a quanto previsto nella L.266 (finanziaria) 2005, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato con il Decreto n°45 del 7 Marzo 2007 il Regolamento in materia di accesso alle prestazioni creditizie agevolate erogate dell’Inpdap.
Con tale Decreto si amplia la platea degli iscritti alla gestione Unitaria del Fondo del Credito estendendo l’adesione in forma facoltativa mediante lo strumento del silenzio assenso a:
- I pensionati già dipendenti pubblici iscritti alle gestioni pensionistiche dell’Inpdap
· I dipendenti o pensionati di enti o amministrazioni pubbliche iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall’Inpdap.
Prima dei citati interventi legislativi l’iscrizione al Fondo del Credito gestito dall’Inpdap, relativo solo ai dipendenti pubblici in attività di servizio iscritti alle casse previdenziali dell’Inpdap, avveniva in forma obbligatoria con il versamento di un contributo pari allo 0.35 % della retribuzione, prelevato direttamente alla fonte.
E’ bene precisare che per i lavoratori iscritti alle casse dell’Inpdap non è possibile esercitare alcuna facoltà di recesso essendo rimasta inalterata l’obbligatorietà del contributo.
Di fatto, con la Finanziaria ed il successivo Decreto, tutti i dipendenti pubblici e tutti i pensionati già dipendenti pubblici, anche se non iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inpdap, potranno accedere alle prestazioni creditizie e sociali erogate dall’Inpdap, versando anche loro un contributo pari allo 0.35% della retribuzione in qualità di dipendenti in attività di servizio, o pari allo 0.15% dell’ammontare lordo della pensione, escludendo le pensioni inferiori ai 600 Euro.
Bisogna tuttavia ripetere che tale adesione non è obbligatoria, ma sarà necessario prestare attenzione alla modalità del silenzio assenso per non vedersi iscritti d’ufficio al versamento del contributo, ed eventualmente esercitare il diritto di recedere entro il termine di sei mesi dal pagamento della prima retribuzione o della pensione sulla quale è stata applicata la ritenuta, anche perchè i contributi versati non sono rimborsabili.
CHI RITIENE GIA’ IN QUESTA FASE DI AVVIO DI NON VOLER ESSERE ISCRITTO ALLA GESTIONE UNITARIA DELLE PRESTAZIONI CREDITIZIE E SOCIALI EROGATE DALL’INPDAP E NON PAGARE QUINDI IL CONTRIBUTO, DOVRA’ INVIARE ENTRO IL 25 OTTOBRE ALLA PROPRIA SEDE PROVINCIALE DELL’INPDAP, IL MODULO DI NON ADESIONE CHE ALLEGHIAMO.
In merito alle prestazioni erogate, oltre all’attività creditizia, il Fondo del Credito prevede il finanziamento di alcune attività di carattere sociale, che tuttavia non hanno carattere di obbligatorietà, e vengono erogate a domanda a seguito di apposite graduatorie, come l’assistenza ai giovani ed agli anziani (case di soggiorno per anziani, borse di studio, partecipazione a Master, vacanze studio all’estero e soggiorni estivi in Italia, accoglienza nei convitti).
Anche le prestazioni creditizie, prestiti o mutui, sono soggette alla predisposizione di graduatorie, in quanto erogabili rispetto ai limiti delle risorse disponibili, cosa che, nel recente passato, ha determinato serie difficoltà proprio in relazione all’insufficienza delle risorse, problema che l’allargamento della platea degli aventi diritto rischia per altro di ampliare.
Bisogna inoltre precisare che, a seguito di contratti di categoria, molte amministrazioni pubbliche possono destinate una quota di risorse dei rispettivi bilanci in favore dei propri dipendenti, per erogare prestazioni pressoché analoghe a quelle del Fondo del Credito, senza chiedere alcun contributo ai lavoratori.
L’allargamento a tutti i dipendenti pubblici in attività di servizio della facoltà di versare il contributo dello 0.35%, tramite lo strumento del silenzio assenso, mette seriamente a rischio le risorse previste dalle norme contrattuali, determinando una situazione per cui i lavoratori finirebbero col pagare quelle stesse prestazioni che oggi sono a carico delle diverse amministrazioni.
C’è poi da chiedersi se le risorse del Fondo del Credito siano state utilizzate con la dovuta trasparenza ed attenzione, visto ad esempio che le attività sociali rivolte agli anziani ed ai giovani vengono realizzate tramite la partecipazione di società private a seguito di gare pubbliche, rispetto alle quali il contenzioso di carattere legale sembra ormai una costante.
E’ necessario segnalare, ad esempio, che le cinque strutture destinate alle vacanze estive dei figli degli iscritti al Fondo del Credito che l’Inpdap possiede (Cesenatico, Gambarie di Aspromonte , Lido di Venezia, Monteluco di Spoleto, Fai della Paganella) sono rimaste chiuse per lavori, benchè in nessuna di queste sia stata effettivamente avviata alcuna attività ancorché minima di manutenzione, affidando con i relativi costi a strutture private l’accoglienza dei ragazzi, dando inoltre ancora più forza alle voci di vendita di tali strutture.
Nel novero della cattiva gestione delle risorse del Fondo del Credito, va inoltre segnalata la scandalosa vicenda dell’ex convitto femminile di Spoleto, bloccato ormai da più di quindici anni in un contenzioso ancora irrisolto relativo alla sua trasformazione in casa di soggiorno per anziani, fatto del quale ha dato notizia la stessa trasmissione televisiva Report, a seguito di una segnalazione della RdB CUB.
Da ultimo come dimenticare il furto perpetrato negli anni della Finanza creativa con la cartolarizzazione di 4.5 Miliardi di euro delle risorse del Fondo del Credito, che ha fatto guadagnare 500 milioni di euro solo agli Istituti di credito intermediari dell’operazione.
Prevedere il ricorso al silenzio assenso senza prima aver messo mano alla correttezza ed alla trasparenza dell’utilizzo delle risorse, non fa altro che confermare tutte le ipotesi di strumentalizzazione legate al più che considerevole “Tesoretto” costituito dal Fondo del Credito.
Roma 17 Luglio 2007 RdB CUB P.I.