Lo strabismo di venere

Roma -

Con la comunicazione del 24 gennaio 2020 l’amministrazione ha informato tutte le OO.SS. che: “a causa dei rilievi formulati dalle Amministrazioni vigilanti, dapprima per l’assegno e il salario di garanzia e poi per la maggiorazione del compenso unico di professionalità, tali emolumenti non possono più essere corrisposti a partire dal 1° gennaio 2019 e, pertanto ne è stato avviato il relativo recupero.

Ricordiamo che la maggiorazione del CUP ed il salario di garanzia sono stati definiti con il CIE 2006/2009, a cui rinviamo.

Tale modalità appare quanto meno strabica come la bellissima Venere, visto che su altri richiami l’amministrazione sembra non aver avuto la stessa scrupolosa attenzione.

Infatti i ministeri vigilanti non hanno sanzionato soltanto la maggiorazione del CUP/assegno-salario di garanzia, che verranno recuperati a decorrere dal gennaio 2019, ma anche la funzione di vicario del dirigente e l’indennità di funzione per incarichi di posizione fissa, sui quali al contrario non si interviene per rispondere ai ben più gravi rilievi riportati di seguito.

Due richiami precisi, da parte dei ministri vigilanti, che sottolineano la mancanza della regolamentazione dei criteri di attribuzione, valutazione e revoca dei predetti incarichi” e, con riferimento all’indennità di funzione fissa: la circostanza che la previsione di tale indennità, seppur assimilabile a quella di posizione organizzativa (per la quale il contratto collettivo di riferimento impone precisi vincoli di natura giuridica-economica) individui compensi ben superiori a quelli massimi previsti dal CCNL, per le stesse posizioni organizzative, in contrasto a principi di logica e ragionevolezza”.

Così, mentre si recuperano le somme del salario di garanzia che risale, come detto sopra, nella sua forma più puntuale al CIE 2006/2009, l’amministrazione, con la complicità delle sigle sindacali che siedono al tavolo del CIE, continua a prelevare risorse dal Fondo Incentivante di tutti i lavoratori in modo “illegittimo”, vista la mancanza di criteri e selettività segnalata dai ministeri vigilanti per l’attribuzione dell’incarico, ed in misura superiore a quella indicata nel CCNL.

Mancanza di criteri sulla quale come USB abbiamo sempre puntato il dito sottolineandone l’illegittimità, legata alla pura discrezionalità dell’assegnazione degli incarichi. Ce lo dovevano dire i Ministeri vigilanti? O sarebbe stato il compito di chi firma gli accordi, a partire dalle OO.SS., pretendere criteri oggettivi, misurabili e non ad personam, nel rispetto di tutti i lavoratori e non solo di quelli interessati? Così come diciamo da sempre che le risorse che finanziano le indennità per i vicari e le posizioni fisse devono essere prelevate dal bilancio dell’amministrazione e non dal Fondo Incentivante di tutti.

All’apparenza una maionese impazzita, ma forse più semplicemente il perpetuarsi di un clientelismo becero ed inaccettabile, come dimostra l’attribuzione in D.G. di un incarico di vicario a chi non è neanche presente in servizio, evidenziando in questo modo l’assurdità di una funzione che può anche non essere svolta! ma l’importante è che sia retribuita, con i soldi di tutti, basta che non siano quelli dell’amministrazione.

Ci aspettiamo quindi con il CIE 2019 l’avvio di nuove procedure per l’attribuzione degli incarichi, come sanzionato dai misteri vigilanti, e la revoca immediata del provvedimento adottato in DG, così come più volte richiesto, senza dover ricorrere alle autorità competenti per abuso d’ufficio.

 

Tutto ha un limite e questa volta i limiti sono stati abbondantemente superati.

 

Roma, 29 gennaio 2020

USB P.I. INAIL