L'Inail tra la teoria e la pratica nella legge 626/94

la sicurezza e la salute dei lavoratori nell' Inail

Roma -

 

 

“…è risultato del tutto logico che l’Inail, forte della sua missione assicurativa rivolta sia al datore di lavoro che al lavoratore, e del patrimonio di conoscenze e professionalità acquisite sul campo, si mettesse in gioco proponendosi fin dalle prime fasi di attuazione del D.Lgs. 626/94 come soggetto attivo e punto di propulsione e di aggregazione per tutti gli organismi coinvolti nelle problematiche della sicurezza e salute sul lavoro…”

( dal materiale didattico sulla prevenzione fornito dall’Amministrazione )

 

Questa la teoria…poi c’è la pratica

 

Venerdì è uscito su “Il Mondo” un articolo che afferma, sulla base di un’indagine  interna all’Istituto, che circa l’80% delle sedi dell’Inail  è a rischio perché non vengono rispettate le norme previste dalla  Legge 626/94.

            E’ un’affermazione gravissima che necessita di un’immediata risposta da parte dell’Amministrazione  e già lunedì  mattina la RdB ha chiesto un incontro  urgente con i vertici dell’Ente per chiarire quanto di vero ci sia in quello che è stato riportato dalla stampa, per conoscere  i contenuti di quella che viene definita “una relazione riservata” e quali sono gli interventi immediati che si vogliono mettere in atto per risolvere le criticità denunciate.

Dall’articolo e dalla documentazione fornita “tempestivamente”(!) dall’Amministrazione,  emergono con chiarezza, sulla base di una rilevazione delle diverse tipologie, raggruppate in macrocategorie, effettuata  su tutto il territorio nazionale,  criticità che, oltre l’illuminazione, il microclima, l’ergonomia dei posti di lavoro,  riguardano anche situazioni particolarmente gravi. Basti pensare che sulla base  dell’indagine condotta e trasmessa al CIV nel luglio 2005 dal Direttore Generale, 45 sedi sono prive del certificato di prevenzione incendi, in 31 sedi le vie di esodo non sono adeguate, 7 sedi necessitano di bonifica dalle fibre di amianto, 3 sedi non offrono garanzie rispetto alla staticità. Potrebbe apparire paradossale ma le tre sedi sono Matera e Potenza rispetto alla vulnerabilità sismica e la sede del Trentino Alto Adige per quanto riguarda il sovraccarico da neve!

  Tale situazione inaccettabile in qualsiasi posto di lavoro, pubblico o privato che sia,  assume all’Inail una connotazione che va ben al di là del semplice paradosso denunciato dall’autore dell’articolo, proprio per quel ruolo di “propulsore e di aggregatore”  sulle tematiche della sicurezza che dovrebbe caratterizzare il nostro Ente.  Come abbiamo già  avuto modo di denunciare in passato la sicurezza rappresenta  un costo anche per l’Inail…e allora rischiamo di essere nei fatti quelli che…la sicurezza la predicano nei convegni e nelle tavole rotonde… pretendono di insegnarla agli altri…ma non la praticano in casa propria.

 

Forse più che promuovere la cultura della sicurezza tra i giovani… bisognerebbe iniziare dai più grandicelli, magari da quelli che amministrano il nostro Ente!

 

La cosa più grave è che i lavoratori sono stati tenuti completamente all’oscuro di tutto!    “…la formazione e l’informazione sono obblighi che non possono essere assolti in via generale e una volta per tutte …”

 

 

 

 

E’ evidente che questa vicenda impone una riflessione generale sulla responsabilità dei datori di lavoro,  sull’applicazione complessiva della legge 626/94 e  sul ruolo che le figure previste  assumono nel nostro Ente,  ruolo che anche all’Inail è vissuto in maniera burocratica,  come adempimento fine a se stesso ma non con la piena coscienza dell’importanza  del ruolo della prevenzione e della sicurezza dei lavoratori.

 L’Amministrazione si è in parte giustificata cercando di minimizzare la gravità della rilevazione effettuata. Se le cose stanno veramente così, e ci piacerebbe crederlo, chiediamo formalmente all’Amministrazione di querelare per diffamazione chi ha scritto l’articolo: se sono state affermate cose false,  cercando di screditare l’Ente, è necessario che questo si tuteli.

 Da parte nostra pretendiamo risposte concrete e i risultati dei piani di intervento programmati che, secondo quanto affermato nel documento, dovevano in parte  essere avviati già nel 2005. Siamo a febbraio 2006…

Infine una considerazione sui  tempi di pubblicazione dell’articolo, ricordando che la relazione è di luglio 2005. Ci piacerebbe che le notizie  che riguardano la salute dei lavoratori fossero utilizzate da chi ne è in possesso per promuovere tempestivamente tutte le azioni necessarie al ripristino di situazioni di normalità che tutelino i lavoratori da qualsiasi rischio e non per  uno scoop giornalistico finalizzato a disegni più o meno personali.

 Non abbiamo veramente bisogno di altro…abbiamo già dato!

 

 

Roma, 15 febbraio 2006         

RdB-CUB INAIL

Coord. Naz. P.I.

Daniela Mencarelli