L’Inail combatte il Covid con medici e infermieri senza copertura assicurativa
Sono uomini e donne come tutti gli altri e come tutti gli altri corrono il rischio di ammalarsi a causa di questo maledetto virus. Anzi, più degli altri, visto che lavorano nelle strutture sanitarie Inail e più degli altri vengono a contatto diretto con il rischio contagio. Sono stati assunti per fronteggiare l’emergenza Covid-19 al pari di migliaia e migliaia di medici ed infermieri in Sanità, con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa.
Ma sono considerati lavoratori autonomi e pertanto non hanno alcuna tutela anche se a tutti gli effetti sono subordinati: non una retribuzione adeguata, né malattia, né ferie, né copertura assicurativa Inail contro gli infortuni sul lavoro. Un popolo di senza diritti, una parte dei quali lavora paradossalmente proprio nell’ Ente che ha come scopo quello di tutelare i lavoratori e le lavoratrici del nostro Paese contro il rischio da infortuni e malattie professionali. Un popolo che paradossalmente svolge proprio quella funzione sanitaria a cui l’Inail - peri casi di Covid 19 - riconosce la presunzione di origine professionale. E che paradossalmente è chiamato anche ad effettuare i test diagnostici per l’accertamento del virus.
Prima o poi doveva accadere ed è accaduto: abbiamo notizia di un medico Inail con contratto Co.Co.Co. che si sarebbe contagiato. E ora?
Quali sono le sue tutele in caso di assenza, di malattia, di infortunio, di postumi derivanti da questa malattia di cui non si conoscono ancora le vere conseguenze sul piano sistemico?
È per avere risposte a queste domande che abbiamo scritto ai ministri interessati di intervenire modificando la tipologia del contratto di lavoro trasformandola in contratto subordinato a tempo determinato. È per avere garanzie concrete che abbiamo portato la voce di questi lavoratori al Ministero della Salute il giorno 9 di questo mese, chiedendo di intervenire legislativamente perché solo una norma può modificare quello che un mostro normativo ha partorito.
È anche per questo motivo che abbiamo proclamato per domani 25 novembre lo sciopero del settore sanità: vogliamo per tutti più tutele, più diritti, più garanzie. Vogliamo assunzioni vere e una sanità che funzioni e non più alla mercé dell’incapacità, della corruzione e del profitto.
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego