LETTERA APERTA AL DIRETTORE GENERALE

Roma -

Direttore,

lunedì pomeriggio siamo stati convocati per la sottoscrizione del verbale relativo al sistema premiante 2012.

I criteri proposti  dall’Amministrazione ricalcano esattamente quelli del 2011 e questo significa che verrà ripresentata ai Lavoratori dell’Ente, anche quest’anno, la valutazione individuale con le famose “pagelline”.

Lei sicuramente sarà venuto a conoscenza del fatto che tale sistema è stato fortemente contestato dal Personale attraverso assemblee e petizioni sottoscritte da migliaia di Lavoratrici e Lavoratori ed attraverso migliaia di istanze di riesame e di revisione ancora pendenti.

Il sistema ha dimostrato palesemente tutte le problematiche che USB ha evidenziato nel corso degli incontri:

-       una eccessiva discrezionalità da parte della dirigenza;

-       una inevitabile disomogeneità di valutazione da sede a sede a causa della mancanza di indicatori oggettivi e soprattutto predeterminati;

-       una ricaduta sui percorsi di carriera, in un momento, tra l’altro in cui tali percorsi riguarderanno, forse, pochissimi lavoratori  e non  tutti;

-       un’ipoteca sui possibili licenziamenti anche in conseguenza delle previste riduzioni dell’organico.

A giustificazione della sua scelta l’Amministrazione, nel riproporre il sistema adottato nel 2011, si è appellata al “rispetto delle regole”.

Quali regole Direttore Generale?

Quelle stabilite dalla Legge Brunetta che hanno dimostrato chiaramente la loro impossibilità di applicazione tanto da aprire un dibattito interno anche alla Funzione Pubblica? E che sono messe in discussione da tanta parte della giurisprudenza?

Ed inoltre Direttore, non le sembra assurdo pretendere l’applicazione di “regolucce” che hanno il solo scopo di insultare la dignità dei Lavoratori in un momento in cui si demoliscono  REGOLE di ben altra portata?

Perché se vogliamo parlare di regole dovremmo parlare del diritto di ogni Lavoratore a vedersi rinnovare il Contratto di Lavoro scaduto, delle regole che stabiliscono che le tasse le debbano pagare tutti e non solo quasi esclusivamente i Lavoratori dipendenti ed i pensionati, del diritto a vedersi riconosciuti  diritti acquisiti e  a non  trovarsi dall’oggi al domani senza stipendio né pensione come sta capitando alle centinaia di migliaia di cittadini “esodati”. E l’elenco, come lei ben sa, potrebbe continuare all’infinito, toccando la materia dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori,  ma anche dei ticket mensa dei lavoratori pubblici, cui si sta attaccando il Governo per rastrellare, sempre dagli stessi, altri soldi.

Sappiamo Sig. Direttore che tutto questo non dipende certamente da lei ed è per questo che la nostra Organizzazione Sindacale il 22 giugno ha proclamato uno Sciopero Generale indirizzando la protesta, come è ovvio, contro le politiche del Governo Monti-Fornero

Ma è certo che non può essere ignorato il clima in cui vivono i Lavoratori Pubblici del nostro Paese ed ostinarsi un po’ ottusamente, ce lo lasci dire, a  voler continuare  negli errori commessi, propinando scelte capaci solo di creare malcontento, disorganizzazione ed una inutile competitività all’interno di  un meccanismo che prevede la  “redistribuzione” da un lavoratore all’altro dei soldi del fondo di tutti.

Inoltre, per rimanere nel nostro Ente, vorremmo evidenziare che tale “atteggiamento persecutorio” viene a collocarsi in un clima di ristagno progettuale dell’Istituto.

Ci saremmo aspettati  che dopo un’ inevitabile stasi dovuta al cambio di uno dei vertici dell’Istituto, l’Inail potesse ritrovare il necessario slancio progettuale indispensabile in un momento in cui la Pubblica Amministrazione è pesantemente, anche se pretestuosamente, sotto attacco.

Sappiamo benissimo che la responsabilità non può essere individuata in chi  come lei, è Organo deputato alla gestione, ma anche questo fattore determina profonda insoddisfazione e sfiducia nel  Personale che si aspetterebbe una piena assunzione di  responsabilità da parte di tutti gli Organi dell’Istituto. Nessuno escluso.

Per tutti questi motivi, Direttore, le chiediamo fortemente, arrogandoci il diritto di parlare a nome della stragrande maggioranza del personale,  di ripensare la scelta fatta e di non perseverare con un sistema di valutazione iniquo, dannoso, umiliante e soprattutto non utile al miglioramento del raggiungimento degli obiettivi dell’Ente. 

Sarebbe un segnale sicuramente utile  in questo clima, anche per capire se chi ci governa, ed in questo caso ci rivolgiamo direttamente a lei,  si rende conto fino in fondo delle difficoltà enormi che stanno vivendo lavoratori e lavoratrici anche all’interno del nostro Istituto.

 

Roma, 15 giugno 2012

 

                                                                                           USB P.I.

Coord. Naz. INAIL