…LACRIME DI COCCODRILLO

Roma -

…LACRIME DI COCCODRILLO

 

Leggiamo in questi giorni su vari comunicati  le considerazioni  di alcune sigle sindacali sul sistema di valutazione individuale. Due piccole osservazioni:

  • le problematiche che si stanno sviluppando non  sono di ordine procedurale e dettate dalla renitenza di alcuni dirigenti, un po’ diffidenti o tardi nel comprendere; per noi queste problematiche erano già insite nel progetto e lo abbiamo dichiarato a suo tempo.
  • ancora una volta si prova a chiudere la porta della stalla dopo che i buoi sono scappati; è un esercizio a cui ci siamo abituati  e che non ci piace affatto.

 

PER QUESTO ALLEGHIAMO I COMUNICATI SCRITTI SULL’ARGOMENTO, CHE POTRESTE NON AVER AVUTO IL TEMPO DI LEGGERE O POTRESTE NON AVER CONDIVISO, AFFINCHE’ POSSIATE OGGI FARE UN’ ULTERIORE RIFLESSIONE.

 

Non ci appartiene la modalità di rinviare le critiche a dopo gli eventi, perché  quello che pensiamo ci piace dirlo subito e per questo veniamo spesso additati per il coraggio, che per noi è un dovere, di guardare in faccia la realtà e chiamarla col proprio nome.

 

Quello che ci stupisce è come si continui a pensare che le dinamiche di oggi possano essere simili a quelle di ieri nelle modalità e nei tempi.  Niente di più falso. Non è più il tempo in cui si sperimentava e poi si facevano gli aggiustamenti; non è più il tempo in cui l’INAIL in qualche modo “se la cavava”. Oggi il pubblico impiego è tutto uguale. Tutto ugualmente sotto attacco. Vorremmo perciò che rifletteste su quanto è importante essere tempestivi e fare a priori analisi e  previsioni, senza aspettare che si creino i problemi per poi “essere bravi a risolverli”. Il comportamento difforme dei dirigenti locali era prevedibile allo stesso modo in cui era prevedibile la reazione dei lavoratori che, offesi dalle valutazioni inadeguate, usano le scarse armi in loro possesso per difendersi. Dopo, probabilmente, delusi, frastornati, oberati di compiti, si chiuderanno sempre più in se stessi.

          E questo è  proprio ciò che non deve accadere!

 

Adesso che i pateracchi sono stati fatti, che si fa?

Ha poco senso prendersela solo con i decisori; bisogna andare alla radice del problema ed estirpare la mala pianta  che infesta i rapporti tra i lavoratori e non svilupperà mai miglioramento produttivo qualitativo e quantitativo. Da ciò che ci riferiscono i lavoratori  queste valutazioni hanno creato solo depressione e svogliatezza.

 

Se le leve gestionali della P.A. sono la valutazione, l’applicazione dell’art.18, la mobilità ed i licenziamenti  possiamo dire che la P.A. è già morta.

 

Bisogna capire che oggi “non ce n’è più per nessuno” ed imparare da ciò che sta accadendo in altre realtà del pubblico impiego. Non possiamo permetterci di rimanere in disparte, attoniti ad aspettare il prossimo tsunami che colpirà anche noi.

 

PER LA NOSTRA DIGNITA’,  NON E’ PIU’ IL MOMENTO DI CHIUDERSI IN UNA RESISTENZA PASSIVA, MA QUELLO DI ATTACCARE.

 

Difendiamo noi stessi e difendiamo la pubblica amministrazione mobilitandoci  insieme a tutte le realtà del pubblico impiego contro la distruzione di ogni forma di Bene Comune.

 

Roma, 2 maggio 2012

 

 

USB – P.I.

             Coord. Naz. INAIL