La USB incontra il presidente Bettoni e il consigliere Damiano e lancia un grido di allarme: le strutture INAIL sono ormai al collasso!

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E’ questo quanto abbiamo rappresentato al Presidente Bettoni e al Consigliere Damiano durante un incontro che si è tenuto nel pomeriggio di venerdì 19. La convocazione è arrivata subito dopo il nostro abbandono del tavolo tecnico sulla mobilità; nelle stesse ore siamo stati convocati per il 25 sul piano vaccinale: forse, ma senza illuderci troppo, siamo riusciti a creare una breccia in quel muro di gomma che confina le relazioni i sindacali nel nostro Istituto ad una prassi meramente burocratica.

Siamo partiti dal dato più macroscopico, quello che dovrebbe rappresentare una seria preoccupazione per chi governa l’Istituto: la carenza di personale ormai cronica, che se non affrontata con urgenza e determinazione rischia di provocare un vero e proprio collasso da qui a brevissimo tempo. Le strutture arrancano, il ricorso al mansionismo e l’aumento dei carichi di lavoro sono ormai insostenibili e sempre più difficilmente si riesce a dare all’utenza quelle risposte a cui ha invece diritto, accentuando in questo modo le differenze tra i cittadini soprattutto in un momento economicamente difficile come quello che stiamo vivendo.  Abbiamo bisogno di assunzioni e presto. La situazione di oggi è il frutto dell’assenza di serie politiche del personale che dura ormai da almeno 10 anni: continuare su questa strada equivale a consegnare l’Istituto in mano ai privati o favorire operazioni di accorpamento più volte auspicate, e per fortuna respinte, in passato.

Abbiamo bisogno di assunzioni che non solo non devono riguardare solamente precisi skill professionali, ma che siano assunzioni stabili. La vicenda dei Cococo, medici ed infermieri, lavoratori senza diritti e senza copertura assicurativa è paradossale e inaccettabile e necessita di una rapida soluzione come abbiamo chiesto anche ai nostri interlocutori.

A questo si aggiunge il continuo e non più giustificabile malfunzionamento delle procedure che costringe a continue sospensioni dell’attività, a pause interminabili che rallentano il lavoro e che costringono i lavoratori e le lavoratrici del nostro ente, in gran parte in smart working a causa della pandemia, a dilatare oltre misura il tempo di lavoro, anche di sabato e domenica, per raggiungere gli obiettivi. Crediamo che riconoscere di diritto alla disconnessione anche inibendo l’utilizzo delle procedure nei giorni non lavorativi e a partire da determinati orari sia un obbligo per l’Amministrazione, che non può far finta di non sapere a che prezzo si raggiungono gli obiettivi.

Anche questo degli obiettivi è stato uno degli argomenti che abbiamo toccato durante il confronto, franco e senza mezzi termini: il raggiungimento degli obiettivi che, nonostante tutto e tutti, diventano sempre più sfidanti, dimostrando in questo modo un pauroso ma anche pericoloso scollamento con la realtà, non può e non deve essere letto come segnale di salute delle strutture. I meccanismi che fanno sì che i risultati siano raggiunti sono noti a tutti e troppo spesso incentivati da una dirigenza interessata molto più alla propria retribuzione di risultato che alla qualità del servizio reso all’utenza. Crediamo sia giunto il momento di ripensare un sistema che non privilegia la soddisfazione dell’utenza ma quella della dirigenza e che non tiene conto delle modifiche strutturali avvenute nel corso degli anni.

E non potevamo non affrontare la questione della valutazione della performance: il Presidente Mattarella ha giustamente evidenziato come i lavoratori pubblici che hanno servito il Paese in questo drammatico anno di pandemia siano il vero volto dello Stato, quello a stretto contatto con i bisogni e i diritti della cittadinanza. Anche i lavoratori e le lavoratrici dell’Inail fanno parte, e con orgoglio, di questo volto. Con ogni mezzo, anche di fortuna, hanno fatto il possibile per continuare ad assicurare il servizio all’utenza. Cosa altro bisogna valutare?  Perché stressare ulteriormente il personale che avrebbe invece bisogno di segnali concreti? Riteniamo invece che proprio per l’impegno dimostrato “a prescindere” la valutazione vada sospesa per gli anni 2020 e 2021, dando così un concreto segnale di attenzione nei confronti di tutto il personale, da accompagnare alla redistribuizione dei risparmi conseguiti dall’Amministrazione in conseguenza dello smart working.

In sostanza abbiamo chiesto  di interloquire con un’Amministrazione che non sia sempre e solo uguale a se stessa, incapace di modificare la propria azione, che si doti quindi della  flessibilità necessaria richiesta da un momento tanto particolare e soprattutto che si apra un piano di confronto  che tenga conto della situazione reale e che affronti concretamente le tante, troppe questioni ancora aperte e che invece vengono glissate per privilegiare il terreno dell’immagine su un piano prettamente politico, senza alcun piano organizzativo di fattibilità preventiva. E ’il caso del piano vaccinale: ne discuteremo il 25 ma solo perché abbiamo posto con forza il problema pretendendo che si faccia chiarezza su alcune questioni fondamentali. Non ci tiriamo indietro, anzi, siamo pronti a dare il nostro contributo fattivo come personale Inail, sulla base di un progetto serio e non al buio abbiamo precisato a Bettoni e Damiano: un piano vaccinale è una cosa seria, che non necessita solo di quattro stampanti come ha sostenuto qualcuno.

Molte cose sono sicuramente non risolvibili all’interno dell’Istituto, ma chiediamo comunque all’Amministrazione di mostrare quella determinazione nell’interlocuzione col Governo che non ha evidentemente avuto in tutti questi anni.  E si proceda celermente con l’affrontare invece le questioni che possono essere risolte “in casa”, prima fra tutti la stipula dei contratti integrativi che possono dare risposte concrete al personale in termini di avanzamenti di carriera e di riconoscimento delle professionalità, sfruttando tutte le opportunità offerte dalle norme della Legge Madia.

Il Presidente Bettoni e il consigliere Damiano hanno ascoltato con molta attenzione il nostro cahier de doléance e riferiranno al prossimo Consiglio d’Amministrazione.

Non ci aspettavamo da loro risposte che obiettivamente non avrebbero potuto darci in quella sede, ma sicuramente abbiamo trovato orecchie disposte ad ascoltare. Ci sembra un piccolo ma importante passo in avanti e ci auguriamo di aver trovato dei veri alleati nella difesa del ruolo sociale dell’Inail e dei suoi lavoratori.

 

Roma 22 Marzo 2021                                                 USB PI - INAIL

                                                                            Coordinamento Nazionale