La stabilizzazione dei 7000 precari storici della P.A.
un concorso ambiguo a ridosso delle elezioni
350.000 lavoratori precari nella Pubblica Amministrazione
Solo per 7000 previsto un percorso per la stabilizzazione.
Una goccia nell’oceano che non risolve minimamente il drammatico problema del precariato, ma che paradossalmente rischia di non risolvere neanche quello dei 7000 lavoratori, i cosiddetti precari “storici”, che da anni lavorano nel Ministero della Giustizia, in quello della Salute, dei Beni Culturali e dell’Economia, all’Agenzia del Territorio, all’Inps, Inail, Inpdap ed Enpals, al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Il comma 247 dell’art.1 della Legge Finanziaria infatti prevede la possibilità per le Amministrazioni interessate di “indire procedure concorsuali per assicurare con carattere di continuità la prosecuzione delle attività svolte dal personale precario”.
La scelta del concorso pubblico per stabilizzare i precari che da anni operano nelle Amministrazioni pubbliche è di per se ambigua e, a ridosso delle elezioni politiche, rischia di rimanere solamente una mossa preelettorale che non offre risposte concrete ai lavoratori.
Questi 7000 posti seppur insufficienti sono una conquista delle lotte che i lavoratori precari hanno condotto in questi anni, rivendicando il diritto ad un lavoro stabile e garantito e non devono diventare un’appetitosa opportunità di clientelismo per i soliti noti. Tutti gli accorgimenti “tecnici”che possono essere utilizzati nella costruzione dei bandi al momento non offrono la garanzia totale per una soluzione certa del problema: in questo modo si mettono concretamente a rischio migliaia di posti di lavoro.
Fin dall’inizio la RdBCUB Pubblico Impiego ha manifestato al Ministero della Funzione Pubblica l’inadeguatezza di tale provvedimento, ribadendo che il problema precariato non può essere affrontato con soluzioni tecniche imbrigliate nei vincoli imposti dalla legge, ma solo in maniera “politica” attraverso l’adozione di provvedimenti ad hoc che salvaguardino veramente la professionalità ed il posto di lavoro di chi, in tanti anni di precariato, ha consentito alla Pubblica Amministrazione di continuare ad erogare servizi all’utenza, nonostante il ripetuto blocco delle assunzioni,
Riteniamo che se una procedura concorsuale pubblica ha lo scopo di accertare i requisiti per l’accesso nella Pubblica Amministrazione, i lavoratori precari non devono dimostrare niente! Per loro parla la decennale pratica quotidiana con la quale contribuiscono al buon funzionamento degli uffici nei quali operano.
La battaglia contro il precariato, diventato oggi strumentalmente uno dei temi centrali della campagna elettorale, non passa certo attraverso l’individuazione di finte soluzioni con discutibili procedure concorsuali dall’esito incerto. Solamente la mobilitazione dei lavoratori può dare concretezza ad una vertenza che deve coinvolgere tutti, nella consapevolezza che proprio nel precariato si concretizzano, con maggiore contraddizione, la perdita dei diritti e della dignità dei lavoratori, la volontà di affossare la Pubblica Amministrazione, le scelte economiche di chi vede il lavoro precario funzionale ad un nuovo modello di organizzazione della produzione.
Per questi motivi la RdBCUB P. I. ha in programma un’assemblea nazionale dei lavoratori precari del Pubblico Impiego per rilanciare l’iniziativa, riprendere un percorso di lotta per tutti e concretizzare i processi di stabililizzazione già avviati.
Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego
350.000 lavoratori precari nella Pubblica Amministrazione
Solo per 7000 previsto un percorso per la stabilizzazione.
Una goccia nell’oceano che non risolve minimamente il drammatico problema del precariato, ma che paradossalmente rischia di non risolvere neanche quello dei 7000 lavoratori, i cosiddetti precari “storici”, che da anni lavorano nel Ministero della Giustizia, in quello della Salute, dei Beni Culturali e dell’Economia, all’Agenzia del Territorio, all’Inps, Inail, Inpdap ed Enpals, al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Il comma 247 dell’art.1 della Legge Finanziaria infatti prevede la possibilità per le Amministrazioni interessate di “indire procedure concorsuali per assicurare con carattere di continuità la prosecuzione delle attività svolte dal personale precario”.
La scelta del concorso pubblico per stabilizzare i precari che da anni operano nelle Amministrazioni pubbliche è di per se ambigua e, a ridosso delle elezioni politiche, rischia di rimanere solamente una mossa preelettorale che non offre risposte concrete ai lavoratori.
Questi 7000 posti seppur insufficienti sono una conquista delle lotte che i lavoratori precari hanno condotto in questi anni, rivendicando il diritto ad un lavoro stabile e garantito e non devono diventare un’appetitosa opportunità di clientelismo per i soliti noti. Tutti gli accorgimenti “tecnici”che possono essere utilizzati nella costruzione dei bandi al momento non offrono la garanzia totale per una soluzione certa del problema: in questo modo si mettono concretamente a rischio migliaia di posti di lavoro.
Fin dall’inizio la RdBCUB Pubblico Impiego ha manifestato al Ministero della Funzione Pubblica l’inadeguatezza di tale provvedimento, ribadendo che il problema precariato non può essere affrontato con soluzioni tecniche imbrigliate nei vincoli imposti dalla legge, ma solo in maniera “politica” attraverso l’adozione di provvedimenti ad hoc che salvaguardino veramente la professionalità ed il posto di lavoro di chi, in tanti anni di precariato, ha consentito alla Pubblica Amministrazione di continuare ad erogare servizi all’utenza, nonostante il ripetuto blocco delle assunzioni,
Riteniamo che se una procedura concorsuale pubblica ha lo scopo di accertare i requisiti per l’accesso nella Pubblica Amministrazione, i lavoratori precari non devono dimostrare niente! Per loro parla la decennale pratica quotidiana con la quale contribuiscono al buon funzionamento degli uffici nei quali operano.
La battaglia contro il precariato, diventato oggi strumentalmente uno dei temi centrali della campagna elettorale, non passa certo attraverso l’individuazione di finte soluzioni con discutibili procedure concorsuali dall’esito incerto. Solamente la mobilitazione dei lavoratori può dare concretezza ad una vertenza che deve coinvolgere tutti, nella consapevolezza che proprio nel precariato si concretizzano, con maggiore contraddizione, la perdita dei diritti e della dignità dei lavoratori, la volontà di affossare la Pubblica Amministrazione, le scelte economiche di chi vede il lavoro precario funzionale ad un nuovo modello di organizzazione della produzione.
Per questi motivi la RdBCUB P. I. ha in programma un’assemblea nazionale dei lavoratori precari del Pubblico Impiego per rilanciare l’iniziativa, riprendere un percorso di lotta per tutti e concretizzare i processi di stabililizzazione già avviati.
Federazione RdB/CUB Pubblico Impiego