La nuova vecchia mission dell'Inail
La notizia di 60 nuove assunzioni all’INAIL per “(..) consentire l’assunzione tempestiva ed efficace di iniziative di investimento per edilizia sanitaria, scolastica ed elevata utilità sociale e per la realizzazione dei Federal Building (..)” appare il 29 ottobre in una comunicazione di Notizie Radiocor – Economia, inserita in pari data nella rassegna stampa INAIL.
La conferma arriva con il testo licenziato dal MEF della legge di bilancio (Art. 33), inviata in queste ore alle camere per la discussione ed approvazione.
Le 60 assunzioni potranno avvenire con apposito bando di concorso pubblico e/o ricorrendo alla mobilità per una quota pari a 30 unità.
I requisiti specifici richiesti per accedere al concorso/mobilità sono: “adeguata professionalità in materia di investimenti mobiliari ed immobiliari”.
Appare evidente ed indubbio l’intervento dell’Amministrazione, su cui è stato mantenuto uno strettissimo riserbo, perché tale norma fosse inserita nel testo della legge di bilancio.
Dunque l’INAIL riscopre la sua vocazione immobiliarista che, a dire il vero, pur se rallentata negli ultimi anni non si è mai fermata definitivamente, almeno nell’acquisizione di immobili ad “uso pubblico”, mentre si abbandonava completamente quella destinata ad affrontare l’emergenza abitativa.
Che la gestione e messa in sicurezza del patrimonio immobiliare dell’INAIL, in particolare delle stesse sedi dell’istituto, stia conoscendo qualche difficoltà è un dato certamente da considerare, denunciato più volte dalla USB.
Tuttavia, rispetto a nuove assunzioni ci saremmo aspettati un’iniziativa non solo in materia di investimenti mobiliari ed immobiliari, ma anche in risposta alle difficoltà che i lavoratori delle sedi e degli uffici INAIL affrontano giornalmente sotto i carichi di lavoro e la pressione dell’utenza.
Ci saremmo aspettati un intervento dell'Amministrazione nei confronti del Governo per l'indizione di nuovi concorsi che potessero consentire almeno una boccata di ossigeno alle sedi ma, a parte le autorizzazioni per 22 informatici, una lacrima nel mare, sotto il profilo dei risultati al momento si deve registrate il nulla.
Eppure è sufficiente spulciare i dati relativi agli aventi diritto al voto alle RSU negli anni recenti, ovvero il numero dei lavoratori delle aree, per rilevare che dal 2007 i numeri indicano un crollo delle presenze dai 9.359 del 2007 ai 6.684 del 2018, determinato dal blocco del turn over.
Tremila persone in meno, destinate ad aumentare nei prossimi mesi per il fisiologico invecchiamento e per il possibile esodo legato all’approvazione della cosiddetta quota 100, che modifica le norme pensionistiche di uscita dal lavoro.
Una vera e propria debacle contro la quale non si sente neanche una flebile voce da parte della DCRU che, rompendo il riserbo, dovrebbe rendere nota uno straccio di programmazione triennale del fabbisogno.
La USB lancia un vero e proprio allarme, ed invita l’amministrazione a far pervenire una puntuale comunicazione sulla situazione fabbisogno, che allo stato attuale rischia di compromettere le funzioni istituzionali.
Siamo certi che la sopravvivenza della funzione pubblica dell’INAIL, in un Paese dove il fenomeno degli incidenti sul lavoro, soprattutto quelli mortali, rimane ancora a livelli di assoluta gravità, non può essere garantita solo con gli investimenti sul patrimonio immobiliare o sui pur necessari sistemi tecnologici.
Formazione e prevenzione, reinserimento lavorativo, riconoscimento del danno e relative rendite, assistenza protesica e riabilitazione, hanno bisogno di nuove energie senza le quali è ormai certa la messa in discussione del futuro del ruolo pubblico dell’INAIL.
USB P.I. INAIL