La nota a verbale di USB sul CIE 2020: ecco i perché

Roma -

Passati già cinque mesi dalla scadenza naturale del CIE 2020 e con l’impossibilità di fatto di modificare l’impianto del contratto integrativo, viste le risorse del fondo già spese od impegnate, salvo rinviare sine die la sua approvazione e ritardare di conseguenza anche l’approvazione del CIE 2021, la USB ha ritenuto necessario chiudere in fretta l’iter di approvazione del CIE 2020 ed avviare contemporaneamente il confronto sul nuovo contratto integrativo, rompendo con la prassi di questi ultimi anni.

Impostazione che è stata condivisa dall’amministrazione che si è resa disponibile a predisporre in breve tempo il nuovo stanziamento del Fondo Incentivante, che potrà per altro registrare un sensibile aumento potendo acquisire i risparmi dell’amministrazione derivanti dal ricorso al lavoro a distanza. (ad es. minori spese per ticket, straordinari, risparmi energetici).

Tali risorse è bene chiarirlo subito rappresentano una “una tantum”, non potendo cioè considerarsi stabili e disponibili anche per gli anni futuri, tuttavia potranno far recuperare nel 2021 ai lavoratori dell’Istituto una quota della retribuzione persa nel 2020 a causa del lavoro agile d’emergenza.

Molti i punti su cui per USB sarebbe stato necessario apportare modifiche al testo approvato, ma abbiamo ritenuto ormai fuori tempo massimo qualsiasi provvedimento, riservandoci di intervenire durante la contrattazione sul nuovo CIE 2021, anche per recuperare nuove risorse al Fondo Incentivante utili a finanziare gli sviluppi economici.

Nella nota a verbale si citano in particolare l’art. 17 del CCNL 1998/2001 e gli art.li 19/20/21 del CCNL 2006/2009.

Il primo si riferisce all’importo massimo previsto per le indennità di PO, pari a 2.500 euro l’anno finanziabile con le risorse del Fondo Incentivante; gli altri articoli si riferiscono invece all’istituzione delle cosiddette alte professionalità (ad es. funzionari responsabili di sede di tipo B) per le quali  con l’art.21 del CCNL 2006/2009 si stabiliva il rinvio in attesa del previsto finanziamento. In considerazione del mancato riconoscimento delle risorse, si sarebbe dovuto  rendere inattuabile l’istituzione di tale figura.

Ricordiamo che, nel rispetto delle norme vigenti, tali responsabilità ( ad es. funzionario responsabile di sede  di tipo B) sono state invece decise autonomamente dall’amministrazione a seguito del declassamento delle sedi dal livello dirigenziale.

Di fatto, con tale operazione, l’amministrazione guadagna due volte, una prima volta risparmiando sulla riduzione degli incarichi dirigenziali ed una seconda accollando al fondo incentivante delle aree  A,B,C i costi delle giustissime indennità da riconoscere ai funzionari, che svolgono le funzioni in precedenza attribuite alla dirigenza.

Si sottolinea che, la previsione di addossare tali costi al fondo della dirigenza è sempre stata ritenuta inapplicabile in quanto i funzionari non appartengono al contratto della dirigenza  e non possono essere pertanto destinatari delle risorse di quel contratto.

Sta di fatto invece che, con il consenso di altre OO.SS., sono state aggirate le disposizioni dei CCNL delle aree A,B,C richiamate sopra e sono state prelevate risorse dal fondo incentivante di tutti, per finanziare oltre il tetto massimo le PO e le responsabilità di tipo dirigenziale, costi che per la USB devono gravare sul bilancio dell’Istituto.

Una vera e propria rapina messa in atto con il silenzio di chi in questi anni, rendendosi complice, ha firmato i CIE integrativi che pongono a carico del fondo i costi di tali indennità, sottoscrivendo invece in altri CCNL, ad esempio quello delle agenzie fiscali, che ove il valore delle indennità previsto sia superiore al minimo, si provvederà alla copertura con oneri a carico dell’amministrazione. (Art.28 com. 2 CCNL 2002/2005 Agenzie Fiscali).

Sarebbe quasi il caso di chiedere indietro i soldi; di certo il recupero di queste risorse potrebbe rappresentare un’importante voce di finanziamento del Fondo Incentivante, questa volta ripetibile negli anni in modo strutturale.

Altro punto evidenziato nella nota a verbale, in allegato a questo comunicato, è quello del sistema di valutazione.

La USB è contraria ai sistemi di valutazione in quanto, per prassi ormai consolidata, tali sistemi non garantiscono l’oggettività del giudizio e quasi sempre dipendono dalla discrezionalità della dirigenza, che per altro rivendica l’autonomia del giudizio proprio come funzione dirigenziale.

Anche in questo caso il danno è duplice in quanto una valutazione insufficiente interviene non solo sulla retribuzione accessoria, ma anche sui possibili sviluppi di carriera.

Un problema già rilevante in una situazione ordinaria, che si aggrava nell’attuale contesto di emergenza e di  ricorso al lavoro a distanza, per altro non disciplinato organicamente.

Solo con un rapido avvio della contrattazione 2021 sarà possibile affrontare concretamente il problema della valutazione individuale anche in considerazione della gravissima riduzione del personale, giunto ormai ad un numero ormai insufficiente a garantire i servizi all’utenza, se non attraverso un incremento non più sostenibile dell’attività di produzione, la fissazione di obiettivi sempre più sfidanti, ed il ricorso ormai istituzionalizzato al totale mansionismo, che mettono profondamente in discussione il cosiddetto “benessere organizzativo”.

Ci auguriamo che l’amministrazione sia effettivamente di parola aprendo in tempo breve la contrattazione sul nuovo CIE 2021, rendendosi disponibile al confronto più largo.

 

Roma 05 Maggio 2021                                                               USB P.I. INAIL