Infermieri, nuova agenda, modello sanitario inail: non ci siamo!
Dal prossimo mese di aprile, dovrebbe debuttare la nuova agenda sanitaria, una nuova procedura affidata prevalentemente al personale infermieristico che, da quel poco che ci è dato sapere, è destinata a diventare, nel prossimo futuro, parte integrante di una più vasta riorganizzazione delle procedure informatiche come la cartella clinica, ma che al momento, rappresenta un’attività aggiuntiva - quando non sovrapponibile - a quella di CarCli.
È impossibile esprimere un giudizio di merito al momento, perché nessun dirigente della DG o delle DR si è minimamente premurato, non solo di condividere l’opportunità del progetto con le figure interessate, ma neanche ha pensato bene di indicarne le finalità che, infatti, appaiono ai più incomprensibili, vanificando così quella che in teoria potrebbe essere stata un’opportunità nell’ennesima decisione da subire.
Il fatto che l’unica interfaccia tra questo nuovo strumento e il personale sanitario interessato, che lo dovrebbe utilizzare, sia stata la Ditta esterna che ha ricevuto l’appalto per la sua realizzazione e che, per ovvie ragioni, si è limitata a sterili spiegazioni tecniche completamente avulse dal contesto nel quale la nuova agenda sanitaria verrà utilizzata, è un fatto che reputiamo gravissimo e che la dice lunga sulla considerazione che la Direzione ha delle professioni sanitarie.
Una formazione tecnica, quella impartita dalla Ditta esterna, che non solo è piombata in un periodo già caratterizzato dallo stress di far fronte alla pandemia ma che, per aggiungere beffa al danno, è avvenuta anche fuori dell’orario di servizio.
Le aree sanitarie sono in sofferenza da tempo, insieme al resto dei servizi INAIL, per carenza di personale - ancora incerto il futuro dei nostri colleghi CoCoCo - a fronte dell’aumento costante dei compiti e delle attività richiesti, anche a seguito della pandemia, e l’unica risposta che ci viene data è l’ulteriore aumento dei carichi di lavoro!
Se è evidente come manchi ormai da tempo una visione complessiva del ruolo e della funzione dell’INAIL nel panorama del welfare di questo Paese, questo appare ancora più veritiero per le aree sanitarie ormai incapaci di rispondere efficacemente ai bisogni crescenti delle persone che vi si rivolgono. Infermieri e Medici specialisti insufficienti, nessun collegamento con la medicina di base, la digitalizzazione delle radiologie, propedeutica alla costruzione di poli radiologici, mai partita nonostante gli ingenti investimenti, ambienti di lavoro “abusivi” e, nella maggior parte dei casi, non idonei all’accettazione dell’utenza, figuriamoci poi delle cure.
In definitiva, manca un modello sanitario, in assenza del quale si aggiungono compiti ed attività senza alcuna logica e a seconda delle pressioni politiche esterne o in cambio di visibilità per il dirigente di turno (cosa dire dell’annunciato flop della campagna vaccinale INAIL?!). Siamo contemporaneamente equiparati al personale del SSN quando fa comodo e amministrativi quando serve per sopperire alle carenze di personale, in una spirale sempre più burocratizzata di una funzione che è, invece, assistenziale e di cura.
Il DG, Dr Tardiola, ha annunciato a breve un confronto sindacale proprio sul tema del “nuovo” modello sanitario INAIL; bene, non solo siamo assai curiosi ma, di certo, non ci faremo trovare impreparati.
Roma 14 marzo 2022 USB PI INAIL