Inail, stato d’emergenza: subito la proroga dei CoCoCo e il passaggio a tempo determinato

Roma -

Al culmine del fallimento della strategia contro la pandemia arriva la proroga dello stato d'emergenza. Draghi lo ha giustificato con l’ossimoro della “garanzia della normalità”, mentre Brunetta si è affrettato a dichiarare che ciò non modifica l’organizzazione del lavoro, che resta massicciamente in presenza, senza ulteriore ricorso al lavoro da remoto se non per i “fragili” (ancora da ridefinire) e, dunque, negli uffici ci si può accalcare in barba a tutte le norme di prevenzione e sicurezza purché in possesso del green pass.

Il green pass è una scelta politica, non una misura sanitaria, come abbiamo sempre sostenuto, che oggi mette in evidenza tutti i suoi limiti alla luce dell’aumento consistente dei contagi. Un aumento che rischia di diventare esponenziale con l’inevitabile ingresso della variante Omicron capace di raddoppiare il numero dei contagi ogni 2,5 giorni contro gli oltre 14 della variante Delta attualmente predominante.

Il contrasto a una pandemia richiede strategie complesse all’interno delle quali il vaccino ricopre un ruolo fondamentale, ma non unico. Su tutto è necessario che a guidare qualsiasi azione sia la salute dei cittadini e dei lavoratori e non il profitto economico il che, oltre a rappresentare un valore di per sé, renderebbe le scelte dei governi maggiormente credibili, fungendo così anche da argine al fenomeno no vax.

Bisognerebbe poi, se non per giustizia sociale almeno per lungimirante opportunismo, perseguire l’obiettivo di vaccinare il mondo e non solo i Paesi ricchi, liberando i vaccini dai brevetti delle case farmaceutiche. Quindi sono necessarie misure di sanità pubblica efficaci, a cominciare da un serio tracciamento, la garanzia del distanziamento, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, interventi strutturali su mobilità, scuole, sanità, fino alla garanzia del reddito per isolamento e quarantena.

In Italia si naviga a vista, rincorrendo improbabili aumenti del PIL, con il risultato che l’unico aumento tangibile è quello delle bollette di luce e gas da pagare a fine mese.

Ci auguriamo che la proroga dello stato d’emergenza metta almeno una pezza all’indolenza dell’Amministrazione, prorogando i CoCoCo, infermieri e medici, indispensabili per garantire il funzionamento e la qualità delle cure negli ambulatori, in un momento nel quale all’aumento generale degli infortuni si aggiunge una consistente ripresa di quelli da Covid.

Professionisti formati che in alcun modo ci possiamo permettere di perdere e per i quali riteniamo la Direzione Generale e gli organi politici dell’istituto non si siano spesi abbastanza nelle sedi opportune, col risultato che ad oggi 300 persone non conoscono il loro destino lavorativo oltre il 31 dicembre 2021.

Ma la proroga non basta! È necessario, da subito, il passaggio ad un contratto a tempo determinato che oltre a rappresentare il necessario step per il percorso di stabilizzazione garantisce gli stessi diritti e tutele del resto delle lavoratrici e lavoratori a cominciare da ferie, malattia e maternità.

Ormai da anni assistiamo ad una perdita costante e consistente di lavoratrici e lavoratori all’interno dell’Inail, tra pensionamenti e mancate assunzioni i carichi di lavoro sono diventati insostenibili per il poco personale rimasto e, nonostante gli sforzi, non si riesce a restituire ai cittadini un servizio pubblico qualitativamente degno di questo nome.

Ora c’è l’occasione, seppur minima e parziale, di invertire la rotta, ci aspettiamo che i vertici dell’istituto si spendano con tutte le loro forze per raggiungere l’obiettivo e portare a casa il risultato.

Da parte nostra continueremo a seguire gli eventi a tutti i livelli essi si svolgano pronti, come sempre, a rispondere con la mobilitazione.

 

Coord. Naz. USB PI Inail

Roma, 17 dicembre 2021