Inail, progetto 3I: richiesto da USB un tavolo unico di confronto tra OO.SS e Amministrazioni interessate

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Si è svolta il 2 maggio la riunione tra Amministrazione ed OO.SS. durante la quale è stato illustrato dal dottor Tardiola e dal dottor Tomasini il progetto 3-I. Un progetto che riguarda Inail Inps ed Istat (da qui il nome) e che consiste nella creazione di una SpA interamente a  capitale pubblico che curerà lo sviluppo, la manutenzione e la gestione del software e dei servizi informatici per i 3 Enti (che verseranno un capitale sociale pari a 45 milioni di Euro), ma anche per la Presidenza del Consiglio e per il Ministero del Lavoro, che ne faranno parte in qualità di organismi vigilanti, oltre che per altre Amministrazioni centrali che verranno successivamente individuate.

Una riunione che, come si dice a Roma arriva “a babbo morto” visto che l’istituzione di questa società, di cui si parla nelle segrete stanze da circa due anni, e su cui non è stata mai fornita alcuna informazione, è contenuta nel decreto cosiddetto PNRR 2 (Decreto Legge 36/2022) pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile u.s.

Secondo le parole del Ministro del Lavoro Orlando l’obiettivo della creazione di questa nuova società sarebbe quello di “garantire una gestione dei dati più efficiente e democratica (???) e fornire servizi all’avanguardia per migliorare il benessere della collettività”. Un obiettivo di per sé difficilmente contestabile se non collegato alle modalità che verranno messe in atto per la sua realizzazione.

Diciamo infatti subito che leggendo il decreto, in particolare il comma 7 dell’art. 28, è evidente che siamo di fronte ad una vera e propria cessione di ramo d’azienda. Saranno infatti individuate non solo le risorse finanziarie per il conferimento delle quote di capitale sociale, ma anche i beni immobili in proprietà degli Istituti, gli strumenti, gli apparati, le infrastrutture informatiche e ogni altra pertinenza che dovranno essere trasferite alla società informatica 3-I SpA per l’assolvimento dei suoi compiti.  Ci appare subito evidente che dopo la creazione dell’INL e lo “scippo” degli ispettori di vigilanza, e della relativa funzione ispettiva, oggi tocca, seppur in forma diversa, all’informatica uscire da “casa Inail”. Un altro pezzo che se ne va, in attesa di capire quale sarà domani il progetto sulla funzione sanitaria, con particolare riferimento all’eliminazione di quelli che il Direttore Generale ha definito “rami secchi”.  

Fin qui tutto abbastanza chiaro seppur non condivisibile.

Ci sembra tuttavia legittimo porre la domanda sul perché per raggiungere un obiettivo come quello declinato dal Ministro del Lavoro, si debba ricorrere alla creazione di una SpA, che seppur a capitale interamente pubblico, è pur sempre un soggetto giuridico di natura privata di cui, peraltro non si conosce ancora lo Statuto, cedendo - di fatto - l’attività informatica, che certo non può essere oggi considerata meramente strumentale all’attività istituzionale dei tre Enti.

Senza contare che non è affatto chiaro quale sia il campo di intervento di questa nuova società. Cosa rimarrà dell’attività informatica attualmente gestita dall’Istituto? Attività esclusivamente marginali e sussidiarie? E domande ancora più pressanti: quanto e quale sarà il personale che verrà reclutato dalla 3-I SpA? Quale sarà il futuro abbastanza prossimo del personale informatico Inail, ma anche Inps ed Istat? Su questo il decreto non dà alcuna indicazione e nessuna indicazione è venuta al momento dal tavolo di confronto.

Tanti dubbi e poche certezze: al personale che lavorerà nella nuova SpA verrà applicato un contratto privato, presumibilmente quello Metalmeccanico o quello del Commercio che sono i contratti più utilizzati per le società informatiche, sebbene al personale dei 3 Enti non verrà imposta nessuna mobilità, ma l’eventuale trasferimento e il conseguente cambio di status giuridico avverrà solo su base volontaria, come ha ricordato in chiusura di riunione il dottor Tardiola. Ma questo non basta a rassicurare il personale rispetto al suo futuro, alle sue prospettive e la general generica rassicurazione del dottor Tomasini che ha affermato che tutto il  personale sarà valorizzato, sia quello che deciderà di andarsene, sia quello che resterà, suona come una nota stonata in questa nebulosa piena di dubbi e di preoccupazioni.

Preoccupazioni che, vogliamo essere chiari, riguardano il futuro dell’Ente: pezzi importanti di funzioni che vengono affidati ad altri, che vengono esternalizzati o dismessi, indeboliscono inevitabilmente la capacità di un’Amministrazione pubblica di “reggere” di fronte a spinte sempre più orientate verso il privato, il mercato, il profitto. Senza contare che in questa preoccupazione rientra anche la gestione e l’accesso a dati tanto eterogenei e ricchi di informazioni sensibili quali sono quelli oggi gestiti in proprio dalle tre amministrazioni.  Non si tratta di gelosia rispetto ai propri dati ma piuttosto di capire gli appetiti che si scateneranno in merito al possibile utilizzo di una banca dati che una volta messa in comune potrà fornire informazioni su molteplici aspetti della vita delle persone. Basti solo pensare ai dati raccolti da Istat attraverso i censimenti.

E’ evidente che questa dell’informatica è una partita troppo importante e che saranno necessari altri momenti di confronto. Ma a nostro avviso la discussione non può essere affrontata in tavoli diversi e registrando posizioni a volte anche contraddittorie: per questo abbiamo chiesto ai Vertici dell’Istituto presenti all’incontro di farsi promotori dell’istituzione di un tavolo unico di confronto tra OO.SS e Amministrazioni interessate, che ci auguriamo venga rapidamente convocato.  

Roma, 03 Maggio 2022                                                                        

 USB P.I.  INAIL