Inail, è qui la festa? E allora regali per tutti!
Inail, piazzale Giulio Pastore, lunedì 17 dicembre, ore 15.30.
Una delle tante, o poche, dipende dai punti di vista, convocazioni delle OO.SS. al tavolo nazionale. All’ordine del Giorno la parte economica del contratto collettivo integrativo 2018 relativa al personale delle Aree, anche per introdurre la scellerata maggiorazione del premio individuale ai dipendenti che conseguono le valutazioni più elevate prevista dal nuovo CCNL.
Nuova versione della ripartizione 25-50-25 di Brunetta
USB non ha firmato il CCNL delle Funzioni Centrali anche per questo e quindi, visto che la democrazia è un concetto particolarmente astratto e modellabile a seconda delle necessità, per scelta dei firmatari e non per una norma di legge, non ha diritto a sedere al tavolo. Conseguentemente non solo non riceve dall’Amministrazione la notizia delle convocazioni, ma neanche i documenti che verranno discussi. Documenti necessari e indispensabili se si vuole formulare, anche se non al tavolo, il proprio punto di vista ai lavoratori. Iscritti e non.
Nella stessa giornata, in mattinata, era stato convocato l’Organismo Paritetico previsto dall’art. 6 del nuovo contratto. Un’inutile organismo, formato da Amministrazione e OO.SS., chiaramente firmatarie!, che non ha alcun potere decisionale. Ci si siede al tavolo, si instaurano “relazioni aperte e collaborative su progetti di organizzazione e innovazione, miglioramento dei servizi…” (cfr. art. 6 CCNL Funzioni Centrali 2016-2018). Poi, se vuole, l’Amministrazione può tranquillamente continuare a fare indisturbata ciò che ritiene, ma in un clima aperto e collaborativo!
Anche qui stessa musica. Nessuna notizia della convocazione, nessun materiale inviato a USB, per far almeno comprendere di cosa si parlava.
A questo punto USB ha deciso di partecipare alla festa e nel pomeriggio di ieri, al suono di musiche natalizie, è entrata nella sala dove si teneva la trattativa con una cesta carica di tanti bei regali per tutti. Senza dimenticare nessuno.
Ma anche con un bello striscione con scritto LADRI DI DEMOCRAZIA!
Per festeggiare abbiamo portato una bottiglia di spumante (costo 2, 99 ma non possiamo permetterci di più visti i lauti rinnovi contrattuali) e una scatola di fichi secchi marca Madia acquistati al supermercato. Perché i fichi secchi che ci ha regalato il contratto sono ormai talmente famosi che si trovano anche sui banchi dei più conosciuti punti vendita alimentari italiani.
Poi abbiamo iniziato a distribuire i regali:
Alla Cgil una copia integrale della sentenza della Corte Costituzionale 231/2013, scaturita da un ricorso FIOM a seguito della non firma di un contratto Fiat, dove la Corte ribadisce la liberta dell’organizzazione sindacale in ordine alle scelte delle forme di tutela dei suoi rappresentati, stigmatizzando la penalizzazione del dissenso conseguente alla mancata firma del contratto; abbiamo voluto ricordare ai “compagni” della Cgil che la sentenza stabilisce principi costituzionali validi per tutti, anche per la USB, che tra l’altro è maggiormente rappresentativa a livello di comparto, in virtù del numero degli iscritti e dei voti alle elezioni delle RSU.
Alla Cisl un raccoglitore per tesserine, visto che ormai ha completamente abbandonato la tutela vera dei lavoratori ed offre in cambio dell’iscrizione solo convenzioni con esercizi commerciali di ogni tipo, dal centro estetico al supermercato, alla palestra.
Alla Uil un bel pacchetto con scritto DIGNITA’. Quella dignità persa nell’inseguire poltrone, fondi pensione, polizze sanitarie, assicurazioni… che sono diventate il vero core business del sindacato concertativo.
Alla Confsal Unsa un colorato pacchetto con scritto RAPPRESENTANZA: è paradossale infatti che possa sedere al tavolo chi rappresenta all’interno dell’Ente meno iscritti di USB.
Alla FLP, che ha sottoscritto il contratto alcuni mesi fa, un bel pacchetto con scritto LIBERTA’ DI FIRMA.
Infine alla Cisal (Confintesa) un bel paio di bretelle da indossare al prossimo rinnovo contrattuale, in modo da tener ben fermi i pantaloni e non doversi più calare le braghe firmando un contratto definito pessimo, per senso di responsabilità (?!?!), per poi disdettarlo il giorno dopo.
Ma un regalo l’abbiamo voluto fare anche all’Amministrazione: il testo dell’art. 39 della Costituzione Italiana che recita che l’organizzazione sindacale è libera. Libera di non firmare, libera di parlare, libera di esprimere dissenso ogni volta che ritiene che non siano tutelati i diritti dei lavoratori.
Insomma libera, come l’USB.
Questa è democrazia. Tutto il resto ha un altro nome.
USB P.I. INAIL