Inail: Bididibodidibù e dal 2019 l'elemento perequativo non c'e' più. Alcune risposte alle domande dei lavoratori delle aree a e b
Sollecitati dalle tante richieste di spiegazioni che ci arrivano dai colleghi, anche alla luce dei comunicati di vari sindacati “piccati” da quanto scrivono i giornali su questo argomento confermando in pieno l’analisi fatta da USB, torniamo a fornire chiarimenti in merito all’elemento perequativo, destinato ai soli lavoratori delle Aree A e B.
Cos’è l’elemento perequativo?
E’ una novità introdotta dal nuovo CCNL delle Funzioni Centrali, firmato il 12 gennaio 2018.
In sostanza si tratta di una manciata di Euro (gli importi variano da 21,10 euro mensili lordi per un A1 ai 25,80 mensili lordi per un B3) che verrà corrisposta ai lavoratori delle aree A e B a partire da marzo 2018 e fino a dicembre 2018. Solo fino a dicembre 2018.
La ragione di questa mancetta contrattuale viene giustificata dai firmatari di contratto con la necessità di:
Evitare che per effetto dell’aumento di reddito prodotto dagli aumenti contrattuali una parte dei lavoratori e delle lavoratrici delle fasce più basse non beneficiasse più del bonus Renzi.
Rispondere alla richiesta fatta dal Ministro Madia in occasione del rinnovo dei contratti di “rovesciare” la piramide, attribuendo più soldi a coloro i quali maggiormente “avevano sopportato in termini di perdita salariale il peso della crisi”.
Problemi reali ai quali si è data però una risposta insufficiente e temporanea, destinata a svanire con il 2019.
Questi importi andranno in busta paga?
Questi risibili importi verranno ovviamente corrisposti con la busta paga, ma non andranno ad aumentare il tabellare. Questo perché verranno corrisposti solo per dieci mesi, da marzo a dicembre 2018; non essendo inseriti nel tabellare, non sono utili agli effetti dell’indennità di buonuscita o di anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, nonché dell’indennità agli eredi in caso di decesso.
Perché solo per dieci mesi?
Perché le risorse destinate al rinnovo contrattuale messe a disposizione dal Governo e avallate da CGIL CISL UIL CONFSAL e CISAL con la firma del contratto non consentivano di fare di più. Per finanziare l’elemento perequativo, l’ultima tranche dell’aumento contrattuale, quello che ha decorrenza 2018, parte per tutti i lavoratori da marzo e non da gennaio 2018, come sarebbe stato corretto. Risparmiando due mesi degli aumenti contrattuali relativi al 2018 (la tranche più “cospicua” se la vogliamo chiamare così!) si sono trovate le risorse per finanziare l’elemento perequativo.
La cosa più incredibile è che non percependo gli aumenti 2018 per i mesi di gennaio e febbraio, l’elemento perequativo è stato in parte finanziato anche dagli stessi lavoratori che lo prendono, che hanno dovuto anche loro rinunciare agli incrementi economici tabellari relativi al 2018, per i mesi di gennaio e febbraio.
Ci spieghiamo meglio prendendo ad esempio un A1, ma il meccanismo è uguale per tutte le qualifiche dell’Area A e dell’Area B.
Per i mesi di gennaio e di febbraio 2018 un A1 avrebbe dovuto percepire un aumento contrattuale pari a 63 Euro. In realtà per finanziare l’elemento perequativo, per ognuno di questi due mesi ne percepisce solo 19,20 pari all’aumento contrattuale previsto per il 2017. Quindi 63-19,20= 43,80. Moltiplichiamo 43, 80 x2 (gennaio e febbraio) e abbiamo quanto l’A1 avrebbe dovuto prendere ma non prende: 87, 60 Euro.
Poi moltiplichiamo quanto gli viene corrisposto mensilmente per l’elemento perequativo: 21,10x 10 mesi (marzo-dicembre)=211.00 Euro
Se togliamo ai 211 Euro che gli verranno corrisposti nel solo 2018 gli 87,60 che avrebbe dovuto prendere per effetto dell’aumento contrattuale 2018, abbiamo 211,00-87,60= 123,40
123,40 Euro annue, e lorde, per il solo 2018, l’iperbolica somma lorda corrisposta alle qualifiche più basse per tener conto “del maggior impatto sui livelli retributivi più bassi delle misure di contenimento della dinamica retributiva”!!! (CCNL art.75- 1° comma). E la CISL ha anche il coraggio di definire l’elemento perequativo uno “strumento di giustizia sociale”!
Cosa succederà a partire da gennaio 2019?
L’elemento perequativo non verrà più corrisposto. Si tratta di una “una tantum”, come la Corte dei Conti ha preteso, e non a caso, che fosse specificato nella stesura definitiva del contratto.
Per fare in modo che i lavoratori continuino a percepire l’elemento perequativo, questo dovrà essere rifinanziato con la prossima legge di stabilità, che dovrebbe stanziare anche le risorse per il rinnovo dei contratti (l’attuale CCNL scade infatti a dicembre). Quei sindacati che oggi affermano il contrario, dicono delle falsità, imbrogliando i lavoratori. Ed imbrogliano i lavoratori anche quando non spiegano che con i vincoli imposti dall’Europa e con l’obbligo del Pareggio di Bilancio introdotto in Costituzione dal Governo Monti, la strada per finanziare dignitosamente i contratti pubblici sarà sempre più in salita. Lo stesso vale per il finanziamento dopo il 2018 dell’elemento perequativo.
E quindi?
E quindi siamo di fronte non solo ad una miseria dal punto di vista economico, che non risolve affatto il problema della differenza stipendiale elevatissima tra qualifiche più basse e qualifiche più alte, ma ad un vero e proprio imbroglio, perché limitato nel tempo e senza alcuna certezza per il futuro. In questo modo sono stati trattati da questo contratto, e dai sindacati che lo hanno sottoscritto, i lavoratori delle qualifiche A e B: pochi soldi, nessuna prospettiva di avanzamento di carriera, nessuna soluzione al problema del mansionismo.
Conclusioni.
I lavoratori delle Aree a e B sanno chi ringraziare per questo capolavoro: tutti coloro i quali hanno firmato il contratto.
Alle elezioni delle Rsu quest’ anno abbiamo la grande occasione di far pesare il nostro No al contratto con il voto. Perché con il voto non si scelgono solo i candidati delle varie liste, ma si esprime anche consenso alle politiche sindacali e alle scelte contrattuali delle varie sigle a cui quei candidati appartengono.
Non dimentichiamocene!
USB P.I. – ESECUTIVO NAZIONALE INAIL