Il Covid-19, la dirigenza, la valutazione, la produttività. Lettera aperta al Direttore Generale dell’INAIL

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Signor Direttore,

 

in occasione della Pasqua le lavoratrici e i lavoratori dell’Inail hanno ricevuto dai vertici dell’Istituto e dalla dirigenza numerosi messaggi di auguri, insieme ad attestazioni di gratitudine per il loro operato che, malgrado le condizioni di disagio e difficoltà, assicura la continuità del servizio pubblico.

Quegli stessi Direttori però - subordinati alle disposizioni dell’Amministrazione e con il sostanziale avvallo delle organizzazioni sindacali firmatarie del sistema di valutazione - in queste ultime settimane nelle quali infuria la pandemia, con il suo enorme carico di minaccia per la vita di tutt@ (e dunque in un clima di paura diffusa), non hanno avuto di meglio da fare che inoltrare al personale, che lavora forzatamente in remoto dalle proprie abitazioni, le famose “pagelline”.

Parliamo del frutto di quell’odioso sistema di valutazione che prescinde dal merito effettivo, dall’impegno profuso, dal mansionismo, dai carichi di lavoro, dai blocchi delle procedure, dall’autoformazione, dall’utenza inviperita, dalla mancanza di sicurezza sul lavoro, dall’età e dai problemi di salute; una valutazione  confermata dall’ultimo contratto e applicato all'Inail per buona grazia dell’Amministrazione e di CGIL CISL  UIL e CISAL, per i quali evidentemente la dignità personale e lavorativa possono essere barattate per un “piatto di lenticchie”.

L’epidemia di coronavirus si sta rivelando un vero spartiacque, capace di tirare fuori il meglio e il peggio da tutti: istituzioni, classe dirigente, singole persone.

Da anni i Direttori delle sedi non hanno più alcuna vera funzione dirigenziale, almeno secondo le norme che li sottopongono alla responsabilità patrimoniale e alla verifica dei risultati raggiunti: amministrano con piani stabiliti più in alto, vestono goffamente il ruolo di manager con l’unico compito del raggiungimento degli obiettivi “a qualunque costo”, piuttosto che assicurare la qualità del servizio pubblico.

Evidentemente il loro cospicuo salario di risultato fa la differenza!

Ci chiediamo e chiediamo perché una dirigenza che non firma più mandati di pagamento, che non ha potere negoziale sulla produttività delle loro Sedi e svolge una mera funzione gestionale del corrente (avvalendosi spesso delle competenze degli operatori nettamente superiori alle loro), percepisce ancora questo premio?

La deresponsabilizzazione e la limitata richiesta di competenze, ha reso i Dirigenti dell’Istituto un plotone di sentinelle “a guardia del bidone”: le Sedi marciano soprattutto per il quotidiano lavoro del personale spesso costretto a subire anche gratuiti atteggiamenti vessatori. Questo è ormai chiaro a tutti.

Sarà per questo che i nostri “capitani” dirigono le loro navi concentrandosi sulla “ciurma”!

Un management che se ne infischia dei rapporti umani, che non si fida dei sottoposti se non sono sufficientemente subordinati, che non valorizza le competenze, ma approfitta della disponibilità,  incline  più   a  coprirsi le  spalle  che  ad  assicurare  il benessere organizzativo, stressando il personale per il miglioramento delle loro “performance”, in una patetica competizione tra dirigenti, che nulla ha a che vedere con la mission dell’Istituto.

Non ci sono mai piaciute le generalizzazioni, ma il continuo dover rincorrere le sciocchezze messe in atto in questo difficile periodo da una dirigenza che ha manifestato tutta la sua inconsistenza, dimostra purtroppo che non si tratta di casi isolati. Senza nulla togliere alla disponibilità e alla capacità decisionale di alcuni, rari, direttori che hanno persino pagato di tasca loro l’acquisto di materiali per la messa in sicurezza dei lavoratori.

Possibile che la dirigenza dell’Inail non abbia avuto di meglio da fare in questi giorni? Ad esempio, occuparsi di assicurare i DPI al personale a contatto con l’utenza? Non doveva garantire a tutto il personale l’applicazione delle disposizioni sul “lavoro agile” e la fornitura degli strumenti necessari? Non doveva guadagnarsi quei fatidici 20.000 euro restando a governare le Sedi?

Ma non basta: giungono al personale  richieste di un sempre maggiore impegno alla riduzione dell’arretrato, considerando il drammatico momento che stiamo vivendo come un’occasione per allineare le Sedi agli obiettivi;  arrivano pressanti sollecitazioni a fornire report settimanali o addirittura giornalieri per un inaccettabile e inutile controllo a distanza, dal momento che si dispone di tutti gli strumenti per il monitoraggio delle attività, richiedendo una prestazione vicina al cottimo, che non tiene minimamente conto della difficoltà di lavorare in ambiente domestico,  alla  presenza di familiari,  di  bambini piccoli, in alloggi che non sempre possono garantire una rete veloce e la necessaria tranquillità.

Un approccio cinico, che non fa onore all’intelligenza e alla levatura necessari per dirigere un’istituzione pubblica al servizio dei cittadini e dei lavoratori del nostro Paese.

E pertanto ci indigna, ma non ci stupisce, che questi dirigenti abbiano visto riconosciuti in busta paga, questo mese, i cospicui arretrati del loro nuovo contratto, messo in pagamento a tempo di record a pochissimi giorni dalla firma!  Allo stesso modo non ci stupisce che alcuni di loro abbiano sentito il bisogno di denigrare, dall’alto dei loro robusti cedolini, la giusta pretesa del personale di salvaguardare la retribuzione richiedendo i ticket, parte del reddito complessivo, durante lo svolgimento obbligato del lavoro in remoto.

 

Ci saremmo aspettati che la Direzione Generale desse ai Direttori la opportuna indicazione di sospendere le valutazioni, garantendo il pagamento dell’incentivo.

Ma non è accaduto!

 

Crediamo che a questa situazione eccezionale si debba rispondere con strumenti e modalità eccezionali.

 

Per questo, chiediamo la corresponsione di tutti i compensi previsti dalle voci retributive accessorie e l’erogazione dei fondi relativi alla produttività collettiva e individuale, in forma uguale a tutto il personale, quale strumento di garanzia del potere d’acquisto della retribuzione in una fase di crisi sociale ed economica epocale e purtroppo di lunga durata.

 

Roma, 17 aprile 2020                                                           

 

USB Coord. Nazionale INAIL