Guai ad abbassare la guardia, partecipazione al piano vaccinale
Nel corso della riunione di oggi sulla partecipazione al Piano Vaccinale, USB ha incalzato l’Amministrazione sui tanti aspetti della partecipazione che ancora risultano critici.
In premessa, a fronte della informativa verbale della Amministrazione, della quale si aspetta ora la versione scritta, USB ha richiesto di conoscere i dati su quanti e quali tipologie di personale sono già state o verranno coinvolte, nelle varie realtà regionali dove si sta declinando la partecipazione dell’Istituto ai vari piani elaborati tramite apposite convenzioni con ASL/ASP/AUSL o assessorato regionale che sia.
Abbiamo evidenziato che il personale COCOCO di fatto è stato “costretto” a dichiarare la propria volontà di partecipazione, in particolare in alcune Unità territoriali dove il rinnovo del contratto per il secondo semestre 2021 è stato condizionato all’adesione al piano vaccinale stesso. Si tratta in parole povere di adibire alla vaccinazione presso gli hub già esistenti questi lavoratori assunti per ben altra attività che quella di vaccinazione e che utilmente si erano inseriti nella organizzazione delle aree sanitarie. Tutto ciò in contraddizione con quello che recitano i contratti individuali rispetto alla sede di lavoro e ai vincoli funzionali di dipendenza dal dirigente medico di Sede.
Ma tant’è …vedremo con quali conseguenze sui carichi di lavoro nelle sedi interessate!
USB ha evidenziato i limiti della formazione erogata dall’Inail ai vaccinatori e chiesto delucidazioni sulla copertura assicurativa per i COCOCO rispetto agli eventuali danni provocati a Terzi.
In questa situazione sembra quasi che l’Inail si comporti come un intermediario di manodopera, come una agenzia interinale, cedendo i medici e gli infermieri COCOCO alle ASL.
Per usare un eufemismo non crediamo che tutto ciò deponga bene rispetto alla volontà manifestata pubblicamente dall’Amministrazione di stabilizzare questi colleghi, visto che – com’è ovvio – gli stessi lavoratori vista l’aria che tira appena possono fuggono da questo contratto senza diritti e senza garanzie.
Superfluo sottolineare che l’Istituto, se non per loro, dovrebbe avviare un processo di stabilizzazione, per garantire la sua sopravvivenza, visti i carichi di lavoro e le carenze nelle aree sanitarie.
LINEE GUIDE PIAZZALE PASTORE
Il 22 maggio scorso avevamo esortato l’Amministrazione alla prudenza a seguito della nota indirizzata alle Strutture di Roma che dichiarava la sospensione dell’attività di screening per problemi causati dalla somministrazione di tamponi di terza generazione.
Avevamo manifestato quindi il dissenso di fronte alla decisione che la convenzione con la fondazione Santa Lucia sarebbe rimasta in vigore solo per l’esecuzione di test molecolari di emergenza, su prescrizione di Medici Competenti Inail.
Oggi incredibilmente apprendiamo dai lavoratori che il Datore di Lavoro di Piazzale Pastore, malgrado una sorveglianza sanitaria relativa, considerato il perdurare del blocco dei tamponi, ha diffuso una nota con la quale modifica le linee guida in relazione alle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 ipotizzando riunioni e corsi di formazioni in presenza!
Rimaniamo sconcertati! Se l’Istituto non ritiene più necessario avere una Sorveglianza Sanitaria puntuale sui propri dipendenti, non può ignorare che a Roma i contagi risultano di fatto quintuplicati dalla fine di giugno ad oggi, e che l’incremento dei contagi è tale da essere superiore al 450%!
È paradossale che il DL in calce alla nota dichiari: “tenuto conto anche del maggior livello di contagiosità delle nuove varianti del virus, il rischio da contagio da virus Sars-CoV-2 è sempre presente ed è pertanto indispensabile continuare a rispettare tutte le misure di sicurezza comunicate dall’inizio della pandemia ad oggi non trattate nella presente comunicazione.”
Se si è davvero consapevoli della gravità della situazione non si può nei fatti agire in modo così poco avveduto!
Avevamo esortato l’Amministrazione alla necessità di contrastare iniziative autonome e “creative” da parte della dirigenza!
Avevamo chiesto di vigilare affinché ogni Struttura o addirittura ogni singolo Ufficio non adottasse criteri differenti od addirittura programmazione di presenze all’insaputa dei dipendenti! Avevamo detto basta con rientri imposti in assenza di attività da espletare esclusivamente in presenza o non indifferibili e non prossime all’Utenza!
La nota del DL di Piazzale Pastore rischia di riaprire il vaso di Pandora, di determinare interpretazioni soggettive e procurare rischi inutili per la salute dei lavoratori.
Tra l’altro si continua a riscontrare che la programmazione delle presenze diversamente da quanto previsto dalla stessa Amministrazione non è tuttora oggetto di “autentica” informativa alle RSU ed alle OOSS!
Anche in occasione dell’incontro di oggi, sul più ampio tema della partecipazione dell’INAIL al piano vaccinale nazionale, abbiamo quindi invitato l’Amministrazione ad intervenire, suggerendo un passo indietro in merito alle riunioni ed ai corsi di formazione in presenza, anche se nel rispetto dei richiamati distanziamenti che non sembrano essere più sufficienti rispetto alla nuova variante, con maggior rischio di contagio. Anche perché nel documento si parla genericamente di mascherine senza specificarne la tipologia e non si danno indicazioni stringenti rispetto alla areazione dei locali.
Pur consapevoli dell’importanza della formazione in presenza, non ci sembra questo il contesto epidemiologico nel quale ripristinare una pratica peraltro già abbandonata in epoca pre Covid a favore dell’E-Learning. E del resto le misure di sicurezza previste, oltre ad essere insufficienti, non garantiscono, come detto sopra - dai pericoli derivanti dalle nuove varianti.
In relazione ai lavoratori fragili - in un contesto in cui necessitano senza dubbio di una maggiore tutela rispetto al restante personale – le nuove linee guida evidenziano imprudentemente la possibile rivalutazione dello stato di salute dei lavoratori fragili anche al fine dell’eventuale rientro in sicurezza nei luoghi di lavoro, su autorizzazione del Medico competente; e sui medici competenti, chiamati in causa per autorizzare il rientro in sede dei lavoratori fragili, ma il cui ruolo durante l’anno e mezzo di pandemia è sembrato quanto meno oscuro, USB ha chiesto all’amministrazione un ulteriore confronto.
Bisogna agire con buon senso e ragionevolezza pensando anche che una nota come quella del DL di Piazzale Pastore potrebbe essere emulata sul territorio provocando un effetto a catena, ed una linea più prudente non è certo un errore.
La progressione della campagna vaccinale che sta interessando anche i lavoratori in servizio presso l’edificio di Piazzale Pastore come i lavoratori di tutte le Sedi territoriali non può giustificare tali aperture, considerata la velocità di contagio delle attuali varianti di SARS-CoV-2, delta e epsilon!
Guai ad abbassare la guardia!
Rischio calcolato? Calcolato male! Siamo purtroppo ancora in emergenza sanitaria.
Roma 22 luglio 2021 USB P.I. INAIL