DAGLI SMARTPHONE … ALLO SMARTWORKING?

Qualche certezza, tanti dubbi, molta preoccupazione, una considerazione e infine una domanda.

Roma -

Qualche certezza:

• Nessuna informativa è stata data alle OO.SS. che hanno potuto acquisire informazioni solo a cose già fatte, come sempre più spesso accade nel nostro Ente.

• Gli smartphone verranno dati gradualmente in dotazione a tutto il personale, sostituendo tutti gli apparecchi di telefonia fissa attualmente in uso.

• Successivamente verranno sostituiti anche gli attuali pc con tablet.

• La responsabilità della custodia dei nuovi strumenti ricadrà interamente sui lavoratori, al pari di tutte le dotazioni strumentali attualmente in essere.

• I lavoratori potranno utilizzare lo smartphone anche a fini personali, digitando un codice di accesso: ovviamente questo utilizzo verrà addebitato.

• Non tutte le sedi sono coperte da reti wi-fi, impedendo al momento l’utilizzo degli smartphone.

• Nelle sedi verrà sensibilmente aumentata l’emissione di onde elettromagnetiche e l’Amministrazione sembra sottovalutare completamente il problema. Cambiano le condizioni e l’organizzazione del lavoro e dovrà essere aggiornato il DVR, ai sensi della normativa vigente.

Tanti dubbi:

• Prendendo per buona l’affermazione dell’Amministrazione che questa operazione rappresenta un risparmio in quanto il costo del noleggio (comprensivo delle spese di manutenzione) per gli smartphone è più basso rispetto a quello della telefonia fissa, non si riesce a comprendere fino in fondo quale altra vera utilità l’ha spinta ad intraprendere questa scelta.

• Nel corso dell’incontro non sono state date risposte certe e rassicuranti in merito alle possibili e probabili modifiche che questa innovazione produrrà sull’attuale organizzazione del lavoro. Ci è stato solo detto che i lavoratori potranno (!) tenere spento lo smartphone al di fuori dell’orario di lavoro, tranne coloro i quali hanno vincoli di reperibilità. Questo dovrebbe, almeno al momento, impedire il prolungamento a dismisura dell’orario di lavoro. E’ innegabile però che qualsiasi innovazione tecnologica introdotta provoca inevitabilmente modifiche all’organizzazione del lavoro, in positivo o in negativo. Su questo non abbiamo avuto vere rassicurazioni.

• L’Amministrazione ha dichiarato che gli smartphone costituiscono la “naturale estensione della postazione di lavoro quando il lavoratore non è legato al proprio posto di lavoro”. A parte alcune tipologie contrattuali facciamo fatica a comprendere la ratio di questa affermazione, a meno che non si inizino a prefigurare scelte organizzative che stravolgono completamente l’attuale organizzazione del lavoro.

Molta preoccupazione:

• Partendo proprio dai dubbi manifestati non vorremmo che lo smartphone apra la strada all’introduzione più o meno nascosta dello smartworking (lavoro agile) che tradotto in termini concreti equivale a dire una modalità flessibile di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato sia per quanto riguarda luoghi che tempi di lavoro, confini spazio/tempo permeabili tra vita privata e lavoro, isolamento dei lavoratori, introduzione di forme contrattuali che agevolano e promuovono la flessibilità, aumento di produttività a costo zero, soppressione di posti di lavoro…

Una considerazione:

• Procedure che continuano a non funzionare, carenza di personale, una dirigenza molto spesso impreparata e quindi inadeguata, nessun segnale nei confronti delle politiche del personale, stipendi sempre più bassi…avevamo bisogno proprio degli smartphone?

Una domanda:

• Cui prodest? (Eufemisticamente a chi serve?!?!)

 

 

Roma, 31 maggio 2016

USB P.I.

Coord. Naz. INAIL