A ROMA SI APRE UNA SEDE VIRTUALE

Roma -

 

 

Quando l’Amministrazione vuole…

 

 

Questa nostra Amministrazione è veramente …fantastica! Dopo aver istituito a Roma l’asilo nido per   i   più piccolini, in questi giorni  si è prodigata per aprire una struttura “ad hoc”  per accogliere  i più grandicelli che dalle varie regioni d’Italia vogliono tornare a casa. Un progetto che ha il merito di mostrare a tutto il personale, sempre più scettico,  diffidente ed ingrato, quanto sia importante  per la nostra Amministrazione il valore della famiglia, tanto da farsi carico della necessità che questa si possa riunire, soprattutto se residente a Roma… Ci auguriamo che a nessuno sia  sfuggito  che la nascita  della sede virtuale, guarda caso ubicata a Roma, coincida proprio con il bisogno di  far ritornare i “cuccioli” a casa!

E pensare che quei rompiscatole della RdB hanno preteso l’interpello aperto a tutti…e si rischiava di mandare il progetto a monte. Eh già perché in un primo momento l’Amministrazione l’aveva detto…”solo quelli che hanno partecipato al progetto chiodo schiaccia chiodo! Solo loro hanno famiglia!”. Ma la RdB dai a contestare, a rompere, non è giusto, noi lo avevamo detto che chiodo avrebbe costituito la corsia preferenziale per i trasferimenti, alla faccia di tutti gli altri, così non si fa, e allora noi… li accontentiamo facciamo questo benedetto interpello a tutti. Tanto…mica ci sono i criteri? E chi li stabilisce con le relazioni sindacali interrotte? …anzi no, un bel criterio ci vuole , ci dovessero dire che non siamo democratici, noi, figuriamoci, ecco, trovato, un bel criterio OGGETTIVO, TRASPARENTE, INCONTESTABILE : l’aver partecipato al progetto “chiodo scaccia chiodo.” 

Chi ci può dire niente?...

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Progetto “chiodo scaccia chiodo”. Come era nato questo progetto e perché? Probabilmente, con il senno del poi,  avevamo di fronte già la sede virtuale in embrione. Dopo una prima fase in cui sono stati chiamati tutti coloro i quali avevano aderito al progetto, successivamente sono stati chiamati sempre gli stessi, tanto da costituire un gruppo che , in quanto formato prevalentemente da residenti a Roma,  permetteva di economizzare sulle spese di missione. Il gatto che si morde la coda: chiamo te perché devo risparmiare e tu dai la disponibilità anche per periodi lunghi dal momento che sei residente e quindi non hai problemi logistici.  Solo così del resto si poteva giustificare l’uscita di lavoratori, purtroppo ancora precari, dalle sedi di appartenenza.  Ecco spiegato perché a questi lavoratori, che si muovono per esigenze di servizio, non viene, oggi come ieri, corrisposto il trattamento dovuto: forse sarebbe troppo e si diano pace quelli che in buona fede difendono i diritti dei lavoratori.

Chiariamoci subito: riteniamo l’aspettativa di tornare a casa  legittima, giusta e in molti casi improcrastinabile. Ma questo vale per tutti, per quelli che vengono da Roma e per quelli che vengono da Bari, Palermo o Benevento. Proprio per tutti.

Inoltre  non vogliamo sostituirci all’Amministrazione ma qualcuno ha pensato alle ripercussioni che si avranno nelle sedi? Perchè,  checché se ne dica, nelle sedi si fa ancora tutta una  serie di attività che non si possono davvero svolgere in remoto. Quindi quando qualcuno esce, qualcun altro si   sobbarca il suo  carico di lavoro: se poi questo qualcuno è magari un altro CFL che voleva essere trasferito ad Oristano… bisognerà prima sapere se sussistono le  condizioni, se è  tanto sfigato da voler tornare in una regione  dove sono stati assunti pochissimi CFL farà prima a mettere le radici nella città dove è stato assunto, così “al centro” si avranno meno problemi.

Ce lo sapremo ridire quando si apriranno anche per i CFL i veri trasferimenti, quanti problemi ci saranno, quanti “solo previa sostituzione” da parte dei dirigenti sul territorio. Noi lo diciamo sin d’ora, pretenderemo che TUTTI, ma proprio TUTTI quelli che chiederanno il trasferimento siano accontentati e non passino sotto le forche caudine della circolare .  Poi ci penserà l’Amministrazione a risolvere anche per loro,  i problemi organizzativi, facendoli lavorare in remoto, in futuro anteriore o in trapassato prossimo.

Su questo argomento l’Amministrazione ci ha dato una generica informativa: i documenti relativi al progetto no, quelli non ci sono stati dati, quelli ci sono arrivati dalla periferia. Adesso, alla vigilia dell’apertura, si sta delineando chiaramente il problema degli “altri” quelli che non sono di Roma e che giustamente lamentano la differenza di trattamento, aggravato dal fatto che applicando il criterio della partecipazione a “chiodo”, ci risulta  siano stati inseriti nel gruppo anche “non romani” che comunque, venendo a Roma, si possono avvicinare alla loro città di provenienza. Per cercare di tacitare un po’ il malumore l’Amministrazione si è impegnata ad accelerare i tempi per l’apertura, entro l’anno, dei “centri satellite” a condizione che ci sia un congruo numero di domande  e si possano individuare  spazi idonei.  Ma che Inail stiamo costruendo, ammesso e non concesso che di Inail potremo ancora continuare a parlare?

Qual è il funzionigramma completo di questa sede virtuale, chi sono i C3 i C4 i C1, come sono stati scelti, selezionati, designati, e come ha risolto l’Amministrazione la differenza di funzioni tra C1 e B2 in questa sede che nasce dal nulla e che dovrebbe quindi partire con tutte le carte in regola? Sappiamo solo che il rapporto tra C1 e B2 è di 1 a 10, un rapporto veramente ideale, che rispecchia la realtà delle sedi!

E non sarà   per caso che questa  sede è destinata a diventare  il fiore all’occhiello dell’Ente,  dove si testano nuove  procedure e si sperimentano nuovi modelli organizzativi?

Quante domande senza risposta!

Ci piacerebbe molto se ci fossero progetti portati avanti più seriamente e se il pretesto dell’urgenza di aprire la sede virtuale è quella di testare le nuove procedure, non possiamo pensare che questa sia l’unica strada da poter percorrere. Possibile che ci siano in tutta Italia soltanto 46 esperti in procedure GRA e GRAI? E tutti collocati in B2? … E le altre Sedi come sopravvivono?!

Che altro dire, resta sempre la prospettiva di un futuro migliore, o, come dice la canzone, “una terra promessa” dove la trasparenza SIA REGOLA.

Noi ci metteremo tutto l’impegno, la passione e la serietà di sempre, confidando in una nuova politica dell’Amministrazione attenta e sensibile alle aspettative di tutti.

 

 

 

Roma, 1 marzo 2007    

RdB CUB – INAIL

p. Coord. Naz. P.I.

Isa Miconi