C'E' RESPONSABILITA'... E RESPONSABILITA'!

Roma -

Nonostante  le firme “responsabili” di chi ha sottoscritto con il governo accordi e siglato contratti aderendovi pienamente, nonostante l’uscita del DPCM su un non ancora chiaro “recupero” dei fondi sottratti ai lavoratori attraverso  la legge 133/2008, è un fatto innegabile che a tutt’oggi i lavoratori Inail, come del resto gli altri della Pubblica Amministrazione, non siano nelle condizioni di sapere con certezza a quanto ammonterà il loro salario accessorio.

Difficile capire come sia  possibile cantare vittoria senza poter dare certezze ai lavoratori e difficile anche capire come un atteggiamento prono alle politiche governative possa essere  spacciato  per “ responsabile”.  E’ un vecchio trucco questo  che tenta di dividere i sindacati in base ad un non meglio precisato senso di responsabilità: certo è che se in questo Paese avessimo avuto un sindacato meno responsabile ma più conflittuale, meno ossequioso alle politiche dei vari  Governi di turno, di centro-destra come di centro-sinistra,  ma più dalla parte dei lavoratori, meno attento  alle “necessità” dell’economia internazionale ma più attento alle esigenze salariali dei lavoratori, nessuno sarebbe oggi costretto a rivendicare il ruolo della contrattazione a prescindere da  ciò che si  contratta e a prescindere dagli accordi che si sottoscrivono. E forse i lavoratori non sarebbero costretti a dover difendere con  i denti quei diritti conquistati dalle generazioni precedenti che oggi vengono fatti passare per privilegi e che vengono continuamente messi in discussione.

In questa condizione non abbiamo alcuna difficoltà nel rivendicare ed esercitare il nostro ruolo che qualcuno strumentalmente definirà irresponsabile: se non c’è, e ancora non c’è, certezza sull’entità del fondo,  la RdB non sottoscriverà alcun  accordo sulla produttività 2009. Non sottoscriverà alcun accordo che da un lato stabilisce obiettivi di produttività e dall’altro non quantifica le somme che i lavoratori percepiranno. Chiederemo all’Amministrazione, come abbiamo già fatto negli incontri precedenti, di pagare a luglio l’acconto nella stessa misura dell’anno scorso, rinviando l’ eventuale firma al momento in cui sarà certo l’ammontare del recupero promesso. Chiederemo all’Amministrazione di assumere un atteggiamento responsabile, non penalizzando lavoratori che hanno la sola colpa di essere dipendenti pubblici.

Per quanto riguarda il CIE, abbiamo la consapevolezza che sia necessario tentare di fare all’interno dell’Ente alcune operazioni che saranno poi impossibili una volta che troveranno piena attuazione i contenuti del decreto Brunetta. Ma per fare questo è necessario aprire un confronto franco e a 360° con l’ Amministrazione e con le altre Organizzazioni sindacali. E’ inevitabile che sul fronte sindacale questo presuppone un’identità di vedute rispetto alle scelte che devono essere effettuate, privilegiando, anche rispetto alla ripartizione del fondo, le aree di maggior sofferenza, senza continuare a dare a chi, in un modo o in un altro, ha già avuto. Pensiamo, solo per fare alcuni esempi,  ai lavoratori dell’Area A attualmente in esubero, pensiamo a tutti quei lavoratori dell’Area B sprovvisti del diploma di laurea che rischiano, sulla base dei contenuti del decreto, di finire la loro carriera all’interno dell’area B. Ma per fare questo è necessario anche avere certezza rispetto all’entità complessiva dei fondi.

Abbiamo lavorato molto, con responsabilità, forse troppa,  alla costruzione dell’impianto del nuovo CIE. Troppa, perché spesso accade che la nostra determinazione e la nostra capacità di  comprendere gli effetti che produrrebbero sui lavoratori alcuni accordi, ci consentono di modificare in meglio quello che ci viene presentato  al tavolo di trattativa. Non ci siamo mai tirati indietro nella discussione, anche se poi alcune scelte di fondo ci impediscono di firmare anche quello che in parte abbiamo contribuito a determinare, lasciando agli altri il “merito” di aver evitato di sottoscrivere accordi completamente al ribasso.

 E’ anche il caso del nuovo CIE: non possiamo nascondere che  la riproposizione del sistema di valutazione per i passaggi dall’Area B all’Area C o la proposta di inserire un coefficiente 1,10 per l’apporto partecipativo individuale o la massima discrezionalità nell’attribuzione di incarichi di elevata professionalità, o delle posizioni organizzative, costituiscono alcuni degli elementi che  pregiudicano la possibilità di sottoscrivere l’accordo. Su questi punti chiediamo all’Amministrazione di fare una riflessione seria, considerando l’inopportunità di anticipare in parte i contenuti del decreto Brunetta. E di agire anche questa volta con responsabilità, senza continuare a perseguire la politica da primi della classe che spesso ha dato nel nostro Ente frutti non certo favorevoli ai lavoratori.

Nonostante la nostra posizione piuttosto critica sull’impianto del CIE e consapevoli, responsabilmente, delle conseguenze che l’applicazione dell’accordo potrebbe avere sui lavoratori nel caso non venissero modificate  alcune parti per noi sostanziali, anticipiamo già da adesso, non avendo alcuna certezza rispetto agli esiti del confronto odierno, che  rimetteremo la decisione in merito alla  firma non solo alla verifica del nostro coordinamento nazionale, ma soprattutto a quella dei lavoratori dell’Ente, attraverso un referendum. Chiederemo ai lavoratori di esprimersi sui contenuti del  CIE e sulla base delle loro indicazioni procederemo o meno alla sottoscrizione. Non sappiamo e neanche ci interessa, se questo modo di procedere sarà definito dal solito grillo parlante più o meno responsabile: sicuramente è il tentativo di riappropriarsi di alcuni strumenti di democrazia di cui c’è francamente tanto bisogno.

 

 

RdB-CUB P.I.

Coordinamento Nazionale INAIL

           

           

Roma,  9 luglio 2009