CONCORSI E GRADUATORIE
SISTEMA DI VALUTAZIONE: LA FARSA FINALE !
Che vergogna, non credevamo si potesse arrivare a tanto! Eppure ce lo dovevamo aspettare: i segnali c’erano tutti sin da quando si decise di non rendere pubblici i risultati dell’assessment e delle batterie. Ce lo dovevamo aspettare, ma ancora una volta ci eravamo illusi che l’onestà intellettuale sarebbe prevalsa su tutto il resto e che ciascuno sarebbe stato capace di assumersi la responsabilità delle scelte fatte. Oggi, nonostante non si abbiano ancora notizie certe in merito al concorso a C1, sono in uscita le graduatorie delle varie procedure concorsuali a C4 che riporteranno in maniera analitica i punteggi relativi all’anzianità ed al titolo di studio, ma in maniera accorpata quelli relativi alla prova concorsuale ed alla valutazione del personale! E’ evidente che l’aver deciso di far uscire le graduatorie in questo modo è la prova tangibile del fallimento del sistema di valutazione: l’Amministrazione, ma non solo, preoccupata degli effetti derivanti dal rendere pubblici i risultati della valutazione del potenziale, si è nascosta dietro ad un improbabile rispetto della privacy…Ma di quale privacy si può parlare in un concorso pubblico? E qual è il confine esistente tra diritto alla privacy e diritto alla trasparenza?
Si è voluto deliberatamente evitare di rendere pubblici risultati che dimostrano il fallimento di un sistema fondato non su criteri oggettivi e trasparenti, ma su valutazioni del tutto casuali e soggettive; si è preferito sino in fondo nascondere la vera incidenza del sistema di valutazione rispetto al punteggio complessivo, nella speranza di anestetizzare i colleghi contro l’impatto complessivo delle graduatorie. Che vergogna!
L’Amministrazione ha tentato di giustificare questa scelta affermando di voler tutelare tutti quei colleghi che, avendo preso un punteggio basso, avrebbero potuto “manifestare” problemi nel vedere dichiarato pubblicamente il risultato ottenuto. Speriamo vivamente che nessuno dei nostri colleghi, superato l’impasse iniziale, abbia considerato il punteggio ottenuto la prova inconfutabile di un successo o di un fallimento personale. E’ del tutto evidente che non possono certo essere 4 psicologi, tra l’altro di non provata professionalità, o 4 obsoleti tests a mettere in discussione, (in un quarto d’ora!) ciò che ciascuno di noi è. Tornando alla privacy: tutti i colleghi hanno partecipato ad una procedura sapendo che alla fine sarebbe uscita una graduatoria che, analiticamente, in omaggio alla trasparenza, come è sempre stato, avrebbe riportato i punteggi che formano il totale utile ai fini della collocazione in graduatoria: anzianità, titolo di studio, prova concorsuale e sistema di valutazione.
Detto questo, ma qualcuno veramente crede ancora alla favola della sensibilità della nostra Amministrazione nei confronti dei problemi psicologici del personale? E perché tanta attenzione non si è avuta quando si sono sottoposti i colleghi alla umiliante quanto inutile farsa delle batterie e dell’assessment, solo, forse, per soddisfare una bramosia da primi della classe all’interno della Pubblica Amministrazione?
Il vero problema è che la pubblicazione analitica dei vari punteggi avrebbe consentito il confronto, la verifica collettiva del sistema, riaprendo tutte le problematiche legate alla valutazione. Questo non poteva essere né tollerato né gestito dall’Amministrazione e dalle altre OO.SS. che, con l’unica eccezione della CISL, non hanno detto una sola parola contro la decisione comunicata dall’Amministrazione. Forse era già stata concordata prima?
Certo è che rimane tutta la rabbia di avere di fronte chi, nella consapevolezza di aver fallito, tenta puerilmente di nascondere il giocattolo rotto sotto una coperta, senza rendersi conto che questo servirà solo a far …“innervosire” ulteriormente i colleghi.
Roma, 31 ottobre 2006 RdB-CUB INAIL
Daniela Mencarelli