ANCORA UNA RIFORMA A COSTO ZERO SULLE SPALLE DI CHI LAVORA

Roma -

Con il decreto-legge 146/2021, tuttora in fase di conversione, il governo ha operato una vera e propria riforma del Testo Unico di Sicurezza sul lavoro, estendendo all’Ispettorato Nazionale del lavoro molte competenze in materia di sicurezza sul lavoro finora in capo alle aziende sanitarie locali. Si è realizzata una vera e propria riforma strutturale con un provvedimento d’urgenza, come il decreto legge, intervenendo su una questione che è strutturale, quale è la mancanza di sicurezza sul lavoro, come se fosse un’emergenza. Ma nel concreto cosa è stato deciso?

Si è estesa la possibilità di azione dell’Ispettorato del lavoro dai soli cantieri edili a tutti i settori di attività (nuovo articolo 13 del D.Lgs. n. 81/2008 così come modificato dall’art. 13 del D.L. 146/2021) riattualizzando lo strumento della sospensione della singola attività imprenditoriale pericolosa per motivi di salute e sicurezza del lavoro, in precedenza del tutto inutilizzato (nuovo articolo 14 del D.Lgs. n. 81/2008). Molte competenze del personale di vigilanza delle aziende sanitarie in materia di sicurezza sono state attribuite dunque agli ispettori dell’Ispettorato. A sua volta l’Ispettorato, con la circolare n. 4 del 9.12.2021, ha esteso diverse competenze al personale ispettivo INPS, INAIL e ITL non tecnico. Ma detto personale non ha assolutamente la formazione e le competenze tecniche per potere operare efficacemente in tale campo. Sono competenze che non si improvvisano né si possono acquisire con un corso accelerato magari on line, come già sta avvenendo.

Dopo anni di tagli alla sanità, che hanno riguardato anche il settore della vigilanza sulla sicurezza sul lavoro, con la complicità dei “governatori” regionali che si sono ben guardati dal richiedere finanziamenti per un settore così cruciale, il governo Draghi fa un’operazione puramente aritmetica ma non di sostanza. Il risultato è di mandare detto personale allo sbando, creando un marasma organizzativo che inevitabilmente si ripercuote anche sull’ordinaria attività di vigilanza in materia di lavoro. Non esistono scorciatoie per affrontare in modo efficace il rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro.

La mancanza di sicurezza nasce in primis dalla volontà delle aziende di tagliare quelli che considera costi, ovvero ciò che riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, nasce dai ritmi di lavoro, dal ricatto che lavoratrici e lavoratori vivono quotidianamente, dai contratti a termine, da quelli interinali, dalla precarietà sul lavoro. E certo andrebbero potenziati i controlli ma per fare questo ci vogliono investimenti, si deve assumere personale formato adeguatamente. Ed invece ancora una volta viene fatta una riforma a costo zero sulle spalle di chi lavora. Sulle spalle delle ispettrici e degli ispettori ITL, INAIL ed INPS, mandati letteralmente allo sbaraglio senza una idonea preparazione tecnica. E quindi sulle spalle di tutte le lavoratrici e lavoratori, a cui bisognerebbe garantire un sistema di controlli veramente efficace. E l’INAIL in tutto questo cosa dice? Con totale acquiescenza accetta l’intervento a gamba tesa dell’Ispettorato nazionale che decide di estendere anche al personale INAIL quanto previsto solo per gli ispettori del lavoro. Come organizzazione sindacale richiediamo un incontro urgente con i vertici dell’Istituto per un franco confronto sul futuro della vigilanza dell’Ente, ammesso che ancora sia possibile immaginare un futuro per la vigilanza all’INAIL…

Roma, 16 Dicembre 2021

Coord. Naz. USB PI INAIL