MADIA COME BRUNETTA. Cambia il governo ma non cambia la musica: ancora i fannulloni, ancora licenziamenti, ancora le pagelle!

Roma -

 

In questi giorni è al vaglio del Senato, dove ha preso avvio la discussione della legge delega, il nuovo progetto di riforma della Pubblica Amministrazione (ancora!). Il progetto è del governo Renzi ma l’asse portante è lo stesso che ha caratterizzato l’impianto della riforma Brunetta, a partire dal sistema di valutazione, ossia quel sistema che prevede delle fasce percentuali fisse nella valutazione individuale (in barba al principio di equità valutativa che dovrebbe sempre guidare la Pubblica Amministrazione) e la possibilità di licenziamento dopo due valutazioni negative.

 

La cosa non deve più di tanto stupire perché da tempo il Partito Democratico, oggi al Governo, ha individuato nei lavoratori, siano privati o pubblici, il nemico pubblico numero uno. Basti ricordare che nel 2009 votò in Parlamento a favore della “riforma Brunetta”.

Una riforma salutata con giudizi assai positivi dal CISL e UIL - basta leggere gli articoli di stampa dell’epoca, in particolare del Sole 24 ore – che, ricordiamo, ha ristretto enormemente gli ambiti di contrattazione, lasciando mano libera alla dirigenza nella gestione del personale e nell’organizzazione degli uffici, con gli effetti che sono ormai sotto gli occhi di tutti. Una riforma contrastata nel metodo, ma non nel merito, da una “tiepida” Cgil molto brava ad opporsi, ma solo a parole, alle scelte governative.

 

 

La farraginosità, illogicità e contraddittorietà delle disposizioni sulle fasce di valutazione Brunetta hanno, di seguito, reso di difficile applicazione tali norme, che tra l’altro dovevano essere recepite da un contratto che non è mai più stato fatto. Inoltre, cosa più importante, il tetto al trattamento economico individuale dei dipendenti pubblici, imposto dal dl 78/2010 ha di fatto reso impossibile l’applicazione concreta del sistema di valutazione.

Tuttavia l’Amministrazione INAIL – vogliamo essere sempre i primi della classe! - all’inizio del 2012 tentò di introdurle nel nostro Ente.

La decisa mobilitazione di USB che il 16 gennaio 2012 dapprima occupò l‘ufficio del Direttore generale e nel pomeriggio si recò in massa all’incontro di convocazione, fece fallire questo tentativo (v. volantino allegato).

 

Senza l’intervento di USB, l’INAIL sarebbe stata tra le prime e poche Amministrazioni ad applicare la riforma introducendo il sistema delle “fasce Brunetta”, data l’evidente volontà delle altre OO.SS. di non opporsi a tale decisione.

 

Anche oggi ribadiamo la nostra intenzione di opporci a queste nuovo tentativo del governo, attraverso la legge delega di riforma della P.A., di rendere applicative queste disposizioni discriminatorie che hanno come unico obiettivo quello di dividere le lavoratrici e i lavoratori per zittirli.

 

Alle prossime elezioni RSU, invitiamo i lavoratori a ricordare chi, in tutti questi anni, li ha difesi concretamente e chi invece, complice delle scelte dei vari governi, non l’ha fatto, consentendo di arrivare, riforma dopo riforma, decreto dopo decreto a questo stato di cose!

 

 

Roma, 3.2.2015 USB P.I.

Coord. Nazionale INAIL