COME MAI CI RIVOLGONO TUTTA QUESTA ATTENZIONE?

Roma -

 

Non  è nostra abitudine rispondere agli attacchi che attraverso allusioni più o meno velate,  vengono rivolte alla nostra O.S.

Ma ci sono dei momenti in cui, anche per le affermazioni che vengono fatte al tavolo, la misura è veramente colma e rimanere in silenzio equivarrebbe ad avallare quanto sostenuto da altri.

Ci riferiamo nello specifico al volantino della Uil uscito in queste ore, dal titolo CIE 2010: FIRMA DEFINITIVA. Noi, a differenza di altri, non abbiamo alcuna paura a  chiamare le cose con il loro nome e non abbiamo bisogno di far capire senza dire apertamente.

Intanto una premessa va fatta: se abbiamo meritato tanta attenzione da essere oggetto di un intero comunicato, pur senza essere nominati,  è segno evidente che abbiamo colto nel segno, rompendo le uova nel paniere a chi non aveva speso una sola parola in difesa delle indennità fisse, anzi, si era reso disponibile sin da subito  a sottoscrivere l’accordo per senso di responsabilità.

In merito alle affermazioni fatte andiamo con ordine:

  • “il risultato (la firma definitiva del CIE 2010 ndr:) non nasce per caso, ma è frutto di una storia che parte da lontano e che ha visto protagoniste sul versante sindacale solo quelle Organizzazioni che sono state e sono capaci di praticare “l’arte nobile della contrattazione”. E’ vero è una storia  che ha visto protagonista anche la RdB, che nel lontano  1999  ha  siglato in data 28 dicembre un accordo dove vennero istituite indennità finanziate con il fondo e che recepivano anche altri emolumenti stabiliti in un accordo precedente (28 luglio 1998), anch’esso firmato da RdB.  Le indennità hanno poi cambiato nome ma la sostanza è rimasta la stessa;  
  • “se non contrattare è facilissimo e sterile” , ancora più facile è sedersi al tavolo ed in nome della difesa “dell’arte nobile della contrattazione”  firmare sempre tutto, soprattutto quando qualcun altro ha lavorato per migliorare le cose, come spesso accade;
  • in merito alle dichiarazioni della USB  “CHE VERGOGNA DI CONTRATTO” siamo fieri di aver fatto quell’affermazione.  Sul fatto poi che la RdB lo abbia dovuto firmare, nonostante il giudizio chiaramente negativo che abbiamo espresso in tutti i modi,  dobbiamo ringraziare Cgil, Cisl e Uil che, “democraticamente”, hanno inserito nel contratto (non c’è nessuna legge che prevede questo, ma una sola volontà delle parti, recepita nel CCNL) una clausola che prevede che chi non sottoscrive il contratto non possa poi partecipare alle trattative di Ente;
  • in tutto il volantino non troviamo una sola parola di riferimento alla lotta, alla mobilitazione,  ma solo un’esaltazione della filosofia che sostiene che il sindacato si fa  esclusivamente contrattando, sedendo al tavolo della trattativa con “senso di responsabilità” e mediando.  Se questo forse andava bene una decina di anni fa, ci sembra abbastanza chiaro e dovrebbe esserlo a tutti, dove sta portando oggi “l’arte nobile della contrattazione”. I lavoratori perdono di giorno in giorno salario, diritti e democrazia, anche grazie agli accordi dei sindacati ieri concertativi ed oggi complici  delle politiche del Governo;
  • non una sola parola nel comunicato rispetto alla mobilitazione dei lavoratori che ha prodotto il risultato ottenuto di non legare le indennità fisse alla valutazione meritocratica; anzi, nel corso dell’incontro i lavoratori sono stati  tacciati di aver sottoscritto petizioni senza capirne i contenuti, e sono state messe in discussione le modalità di effettuazione delle assemblee del personale. Riteniamo queste affermazioni di una gravità inaudita da parte di un’organizzazione sindacale che reputa i lavoratori, anche i suoi stessi iscritti, manovrabili e strumentalizzabili. Chiediamo che le riunioni di trattativa siano non verbalizzate, ma registrate e visibili in videoconferenza al di fuori dell’orario di lavoro. La democrazia va praticata, non evocata solamente;
  • ci sembra che firmare a tutti i costi , per non dare la “gioia “a Brunetta, invece di difendere i diritti dei lavoratori, serve in realtà a garantire una pace sociale  che consente  di coltivare rapporti di dare-avere.

    

Roma, 11 ottobre 2011   

 

USB – P.I.

         Coord. Naz. INAIL