RIFORMA BRUNETTA: L'INAIL SI PREPARA

Roma -

 

 

 

Forse qualcuno pensava che la questione delle fasce previste dalla riforma Brunetta si sarebbe risolta in una bolla di sapone.

Forse qualcuno credeva che  con l’introduzione dei coefficienti di merito ( 0-80-90-100- 110) avremmo aggirato l’ostacolo e saremmo stati salvi, come millantava qualche O.S. che aveva sponsorizzato quel meccanismo.

Ed invece l’Amministrazione apre oggi la trattativa sull’attuazione del D.lgs 150/2009 in tema di misurazione e valutazione della Performance,  anche attraverso  l’introduzione delle tre fasce 25 -50-25. Nel documento l’Amministrazione prevede  la possibilità di modificare parzialmente le fasce, secondo le indicazioni contenute nella stessa legge. Cioè offre la possibilità di esercitare quel minimo di potere contrattuale rimasto, andando a ritoccare la prima fascia del 5% in più o in meno, ferma restando l’attribuzione del 50% del premio e modificando la percentuale di personale e la  distribuzione delle risorse da inserire nella fascia intermedia e bassa. Ritocco  che non modifica la sostanza, se non penalizzando ancora di più gli appartenenti alla fascia intermedia: infatti, più si restringe l’ultima fascia, più alto sarà il numero dei dipendenti che si spartiranno il 50% residuo del premio. Prendere o lasciare, sostiene l’Amministrazione. O vi sporcate le mani e “contrattate” o si applicano pedissequamente le fasce come previste dalla norma. Marchionne docet. Come l’Amministrazione intenda superare lo scoglio del blocco per gli anni 2011-2013 delle retribuzioni individuali imposto dalla legge 122/2010 rimane un mistero.

Inutile, speriamo, ricordare che l’attribuzione delle fasce peserà non solo sul salario dei lavoratori, ma anche sui futuri concorsi, sull’attribuzione delle future posizioni organizzative, sui possibili licenziamenti, previsti in caso di prestazione lavorativa valutata insufficiente dall’Amministrazione per almeno un biennio. 

E così, non valutando affatto l’impatto che tale introduzione avrà sul personale, e conseguentemente sull’organizzazione del lavoro,  l’amministrazione procede a passo di carica, scordando che le norme devono essere inserite prima nei contratti e poi applicate negli integrativi, come sostiene l’art. 40, comma 3 bis del d.lgs.165/2001 (  la contrattazione collettiva integrativa…si svolge sulle materie, con i vincoli e nei limiti stabiliti dai CCNL…”) e come numerose sentenze  sul territorio nazionale stabiliscono.

Apriamo le trattative sul rinnovo dei contratti e poi ne riparliamo.

 

Siamo contenti di sapere che oggi al tavolo non saremo soli a contrastare questo ennesimo attacco ai diritti di noi tutti. Saremmo stati però molto  più contenti di essere in compagnia quando la legge, prima che fosse emanata, si poteva ancora fermare con una forte mobilitazione dei lavoratori pubblici. Una legge che RdB-UsB ha respinto da subito, quasi in beata solitudine, attraverso scioperi, manifestazioni, presidi.  Quasi in beata solitudine, perché altri erano impegnati ad appoggiare il Governo e non potevano quindi permettersi il lusso di contrastarla realmente. Non solo a chiacchiere.

Per quanto ci riguarda la partita è ancora tutta aperta. Certo è che sul risultato finale influisce, e molto, il numero dei giocatori. E ci riferiamo, ovviamente,  ai lavoratori.

 

Roma, 21 gennaio 2011

 

USB – P.I.

                            Coord. Naz. INAIL