FABBISOGNI 2010: ma qual è il futuro del nostro Ente?

Roma -

             

                      

FABBISOGNI 2010: ma qual è il futuro del nostro Ente?

             

               Nel corso del tempo anche il termine “fabbisogni” è diventato desueto. In altri tempi veniva determinato il numero degli addetti in base al lavoro che c’era da fare, ora, taglio dopo taglio non si fa altro che constatare che cosa rimane e l’amministrazione si  inventa modelli organizzativi  sempre più “stretti” per far combaciare necessità con  organici ridotti all’osso:  quando le coperte sono corte se si cerca di coprire una parte se ne scopre un’altra.

               Questo è  il risultato dell’ultimo taglio degli organici: esuberi di personale amministrativo,  informatico, sanitario.

               Cominciando dal personale amministrativo gli esuberi  riguardano le posizioni organizzative di I e II livello e sono circa 100. L’Amministrazione sostiene che nel corso dell’anno 2011 questi esuberi dovrebbero essere riassorbiti dagli esoneri previsti dalla legge 133/2008 e dai pensionamenti.  Ma in diverse strutture INAIL, conti alla mano, queste scappatoie non basteranno neanche per il 2013.

               Gli informatici in esubero sono circa 120: qui iniziano i problemi perché  i pensionamenti non saranno assolutamente sufficienti. Per questo personale è previsto un percorso di “assestamento” nel corso del 2011; qualcuno  potrà optare per continuare a restare nel profilo nei pochi posti previsti a livello regionale e non è ben chiaro se questi posti saranno esclusivamente collocati nelle Direzioni Regionali o se i presidi informatici potranno essere dislocati sul territorio regionale; altri potranno invece scegliere di ricollocarsi nel profilo amministrativo, altri ancora “potrebbero” collaborare con la DCSIT in remoto. In pratica  se le opzioni  sono tante, ancora maggiori sono le insicurezze. L’unica cosa certa è che senza il “vecchio” operatore di controllo nelle sedi, si dovrà ricorrere sempre di più all’esternalizzazione dei servizi che porterà, oltre ad un aumento della spesa, ad una dilatazione dei tempi di intervento.

Sono anni ormai che la RdB insegue la possibilità che l’Amministrazione predisponga un piano sanitario e già molte riunioni sono state fatte in passato in cui la RdB ha  presentato proposte senza che sia mai stato possibile arrivare ad una conclusione. Quello che dobbiamo purtroppo constatare è che il modello predisposto dall’Amministrazione è addirittura restrittivo  degli già scarsi spazi che il personale sanitario era riuscito a conquistare all’interno dell’organizzazione del lavoro e non vorremmo che le previsioni fatte dall’Amministrazione fossero la solita visione ottimistica della realtà. Non vorremmo che il ridimensionamento  del modello sanitario e conseguentemente del ruolo sanitario dell’INAIL preluda ad un progetto di progressiva abdicazione della mission dell’Istituto.

Sempre a detta dell’Amministrazione la situazione del personale sanitario si dovrebbe “chiarire” nel prossimo anno. Anche per questo personale che ad oggi in molte Regioni risulta in esubero (sia gli infermieri con le posizioni organizzative di II livello, sia  gli infermieri appartenenti all’area C) si rimanda alla definizione di un piano sanitario, che dovrebbe intervenire anche per effetto di accordi con le Regioni.

                Attraverso  la ripartizione territoriale dei fabbisogni suddivisi per specialità mediche è emerso che soprattutto per quanto riguarda gli infermieri c’è stata una diminuzione non solo del numero delle posizioni organizzative di II livello perché tale figura non è più prevista nelle sedi di tipo B, ma anche degli infermieri collocati nelle p.e. C1 e C2.

               Neanche in questo caso si può prevedere che i pensionamenti possano sanare la situazione degli esuberi; tra l’altro in tutti i casi non è detto che i pensionamenti  avvengano proprio nelle sedi dove esiste l’esubero.  Ci sembra che sono troppe le aspettative di soluzione proiettate verso il  2011 e pensiamo che rimandare i problemi non sia , come sempre, una soluzione.

I fabbisogni sono stati oggetto di una mera informativa presentata alle OO.SS. attraverso una tabella che riportava i dati regionali complessivi. Come dice qualcuno, neanche Pico della Mirandola sarebbe riuscito ad analizzarli  in così breve tempo, senza neanche una riunione   prima dell’invio dei fabbisogni a livello regionale, le cui tabelle fornivano sicuramente dati più “leggibili”.

                La RdB-USB ritiene che non si possono servire piatti già pronti senza discussione, e se l’Amministrazione, come sostiene, ha dei progetti per quel che riguarda il futuro di questo Ente noi li vorremmo e dovremmo conoscere. Per questo chiediamo che venga aperto un tavolo di discussione sul futuro dell’Ente, anche alla luce dell’accorpamento di Ipsema ed Ispesl:  le sorprese ci piacciono, ma solo nell’uovo di Pasqua.

 

Roma, 3 novembre 2010                                                     

    RdB-USB Inail

Coord. Naz. P.I.