LETTERA APERTA AI LAVORATORI DI P.LE PASTORE

Roma -

 

 

       Ai lavoratori di piazzale Pastore firmatari della richiesta di incontro urgente

 

 

 

Abbiamo ricevuto questa mattina la vostra raccolta di firme, indirizzata a tutte le OO.SS., per richiedere un incontro urgente finalizzato alla discussione ed alla individuazione delle forme di lotta da intraprendere prima dell’approvazione della manovra.

Nel parlarvi con la franchezza che ci è solita dobbiamo  confessarvi che siamo  rimasti piuttosto stupiti della vostra richiesta, sia per i contenuti che per i tempi in cui è stata formulata. Ci spieghiamo  meglio.

Innanzitutto  tutto siamo  rimasti piuttosto sorpresi  di quanto  ci avete richiesto: “discutere ed individuare insieme la lotta da intraprendere per contrastare la manovra”. Abbiamo ripreso in mano il calendario delle iniziative messe in campo dalla RdB e ripercorso le tappe del nostro percorso di lotta contro la manovra:

  • 5 giugno-sabato- manifestazione nazionale contro la crisi e contro i contenuti della manovra.
  • 14 giugno sciopero generale di tutto il pubblico impiego con manifestazioni a Roma, Milano e Napoli. La giornata dello sciopero è stata preceduta da una partecipata assemblea  che si è tenuta all’Auditorium  dove si è discusso insieme ai lavoratori di tutte le sedi di Roma e della D.G. dei contenuti  della manovra, dei suoi effetti e degli strumenti di mobilitazione per contrastarla.
  • 1° luglio manifestazione sotto il Ministero della Funzione Pubblica.
  • 14 luglio a Roma presidio “rumoroso”  sotto il Senato. Per potervi partecipare è stata indetta un’assemblea aperta a tutto il personale. Nelle principali città italiane presidi sotto le Prefetture.
  • Domani mattina, 16 luglio, iniziativa a Roma contro l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne  a 65 anni, contenuta sempre nella manovra.

Con questo calendario sotto gli occhi abbiamo ricordato, innanzi tutto a noi stessi, tutto quello che la RdB è stata in grado di mettere in campo in questo breve periodo. Siamo perfettamente consapevoli che lo sciopero è uno strumento di lotta che pesa sempre di più sulle tasche dei lavoratori  soprattutto in un momento di crisi come questo, ma abbiamo ricordato, sempre prima a noi stessi,  che se lo sciopero fosse davvero un’arma ormai inutile nelle mani dei lavoratori, non  sarebbero state messe così tante limitazioni per ingabbiare questo diritto fondamentale sancito dalla nostra tanto vituperata Costituzione. In ogni caso  altre possibilità sono state offerte ai lavoratori per poter esprimere il loro dissenso. Non è stato sufficiente, o forse i lavoratori sono disposti a lottare, ma senza il minimo sforzo e senza remissione?

Non vi neghiamo  che  abbiamo riflettuto spesso sulla reazione non adeguata alla gravità della situazione espressa dai  lavoratori dell’Inail in particolare, ma di quelli  pubblici in generale. Una passività pericolosa che consente ai Governi, non importa di che colore siano, di azzerare diritti, cancellando  un passato di lotte ricevuto in dono dalle generazioni che ci hanno preceduto. Un’eredità che siamo responsabili di dissolvere da venti anni a questa parte. Ogni volta crediamo  che la misura è ormai colma, che i lavoratori finalmente   rialzeranno la testa, che saremo in grado di lasciare ai nostri  figli una speranza per una società migliore, che i lavoratori non lasceranno dilapidare un patrimonio conquistato a costo di duri sacrifici…

Come leggere oggi la vostra richiesta?

In seconda battuta siamo rimasti stupiti per i tempi: “prima dell’approvazione definitiva della manovra”.  La manovra, approvata come decreto legge il 31 maggio,  questa mattina, con il voto di fiducia, è passata al Senato. E’ vero, deve ancora andare alla Camera ma, realisticamente parlando, il più, o meglio, il peggio, è ormai fatto e tutti sappiamo che gli ambiti di intervento sono ormai ristrettissimi, per stessa dichiarazione dei componenti del Governo e per la mancanza evidente di segni di vita da parte dell’opposizione.  Dichiarazione di resa? Non è nel nostro DNA, abbiamo contrastato la manovra prima, durante e continueremo a farlo anche dopo, ma perché questa improvvisa richiesta a giochi ormai quasi chiusi? Perché perdere del tempo prezioso, non iniziare la lotta subito e tentare di “contaminare” con il nostro esempio altri pezzi del mondo pubblico,          senza aspettare miracoli che solo i lavoratori con la loro mobilitazione possono operare?

Infine  hanno  suscitato in noi non poche perplessità  i destinatari della richiesta: tutte le OO.SS.  senza fare alcun distinguo tra chi  non  contesta la manovra, chi lo fa strumentalmente e chi da subito  ha dato vita a momenti di mobilitazione dei lavoratori per esprimere il dissenso anche, ma non solo,  attraverso un’informazione capillare e continua dei suoi contenuti. Si è chiesto di lottare anche a chi, e ci riferiamo a Cisl e Uil, per bocca di Bonanni e di Angeletti, ha sostenuto che la manovra è sì pesante, ma allo stesso tempo necessaria, legittimando la politica economica del Governo contro la crisi: del resto lo stesso Sacconi ha dichiarato che la manovra è stata scritta insieme a loro. Per quanto riguarda la Cgil il dubbio rimane tutto: se la manovra fosse stata proposta da un altro Governo, di un altro colore, la risposta sarebbe stata la stessa o il giudizio sarebbe stato meno duro in nome di quel senso di responsabilità invocato da autorevoli esponenti del PD?  Si  sarebbe verificato nuovamente quanto accaduto con la riforma delle pensioni bocciata con il governo Berlusconi e passata tale e quale con il governo successivo di centro-sinistra? Possiamo non considerare di una gravità inaudita le dichiarazioni fatte oggi dalla senatrice Finocchiaro, capogruppo dei senatori PD, che ha sostenuto, in occasione della dichiarazione di voto, che il suo gruppo non è contrario né alla manovra, né alla sua quantificazione economica?

Ma forse, riflettendo, con la vostra richiesta indirizzata  a tutti, avete tentato di ricompattare il mondo sindacale, chiedendo, in buona fede, di lottare uniti contro una manovra che avete dichiarato giustamente  “colpisce pesantemente”. Se così fosse la nostra risposta è che l’unità dei lavoratori si costruisce a partire dai contenuti: nessun desiderio di unità sindacale, per quanto forte, potrà farci perdere di  vista gli obiettivi che scaturiscono da una visione del mondo del lavoro che ci sembra inconciliabile con quella che altri esprimono e praticano quotidianamente, a partire dai posti di lavoro, con la firma di accordi che spesso mortificano la dignità dei lavoratori.

La riposta degli altri  ce l’avete con la convocazione dell’assemblea  indetta per lunedì 19 luglio da Cgil Uil e Cisal.  La convocazione non porta la nostra firma non per un nostro rifiuto, ma molto più semplicemente perché i firmatari hanno ritenuto di non dovercelo chiedere. A voi le valutazioni.

Siamo comunque, come sempre, disponibili al confronto con i lavoratori e, inutile sottolinearlo,  a continuare la battaglia contro una manovra che  ripropone la solita vecchia ricetta: sacrifici imposti solo a lavoratori pubblici, pensionati, precari, disoccupati.

 

    

Roma, 15 luglio 2010                                                                                                       RdB-USB

                                                                                            

                                                                                                                                  Coordinamento Nazionale INAIL