LETTERA APERTA AL COMMISSARIO

Roma -

 

Lettera aperta al Commissario Sartori

 

        Signor Commissario,

con questa lettera cogliamo l’occasione per porre in evidenza alcune questioni che abbiamo avuto modo di affrontare solo brevemente  durante il nostro primo incontro, più di saluto e di reciproca conoscenza che di reale confronto.

        Non possiamo negare  che l’apertura del Suo discorso ci ha in qualche modo colpito.

        L’aver posto subito l’accento sul riconoscimento del ruolo sociale dell’Istituto, l’aver preso l’impegno  rispetto al rafforzamento di tale ruolo e della  tutela globale dell’infortunato, l’aver dichiarato l’orgoglio di essere stato nominato dal Governo a presiedere una struttura come quella dell’Inail, che Lei dichiara di conoscere da tempi ormai lontani, non può che essere considerato come un primo segnale positivo di “avvio” dei lavori.

        Detto questo crediamo sia utile sottolineare ancora una volta  che non siamo abituati a giudicare dalle parole ma, senza pregiudizi di sorta, solo dai fatti, forti dell’esperienza che i discorsi d’insediamento hanno sempre esaltato la funzione sociale dell’Istituto ed i suoi lavoratori.

        Il Suo mandato signor Commissario è  legato alla riforma degli Enti Previdenziali: sei mesi di tempo, insieme ai Commissari di Inps ed Inpdap per stilare il progetto di riforma  e di governance degli Enti previdenziali e realizzare  quel risparmio di 3,5 miliardi di Euro, necessario a finanziare la riforma previdenziale realizzata dal  Governo Prodi, evitando così l’aumento della contribuzione previdenziale a carico di tutti i lavoratori.    Definitivamente tramontato, si spera!,  il progetto di Superinps  sul quale la nostra O.S. ha sempre espresso un giudizio più che negativo, l’accento oggi si pone sulle sinergie tra gli Enti, prima tra tutti l’utilizzo “in comune” delle sedi dei tre Istituti, per poter realizzare-attraverso la svendita di quel poco di patrimonio immobiliare ancora di proprietà pubblica- non tanto le cosiddette “case del welfare” di cui Lei ha parlato in un’intervista al “Sole 24 Ore”- quanto un primo significativo “contributo” al reperimento dell’ingente somma prevista  dal protocollo sul welfare che la nostra Confederazione non ha mai sottoscritto.

        Del resto, signor Commissario, il Governo  sta di fatto contribuendo alla realizzazione di questo progetto, attraverso il taglio degli organici ed il blocco delle assunzioni che svuoteranno da qui a breve, insieme alle ondate di pensionamenti previsti, gli uffici degli Enti previdenziali!

         E’ evidente che questo primo ipotizzato passaggio di “riordino” non sarà sufficiente a far conseguire gli obiettivi previsti dal Governo e  dunque non è  “fantascientifico” ipotizzare nel prossimo futuro ulteriori pesanti interventi di contenimento delle spese.

        Dubitiamo fortemente che questi interventi si tradurranno in vantaggi  per l’utenza - il modello di Enti  “leggero”, è infatti funzionale al progressivo depauperamento del sistema previdenziale pubblico e del sistema di tutela sociale – mentre abbiamo la certezza, quasi matematica, che si trasformeranno in ulteriori forti peggioramenti per la vita dei lavoratori.

        Sul progetto di riordino degli Enti previdenziali  ci riserviamo tuttavia di approfondire la valutazione alla luce di quanto verrà presentato alle parti sociali: sarà quella la sede più opportuna per un serrato confronto che, vogliamo sottolineare sin da subito, non ci vedrà arroccati in una sterile difesa dell’esistente, ma pronti a difendere fino in fondo il ruolo della previdenza pubblica e del sistema di tutela infortunistico oltre che, chiaramente, i diritti dei lavoratori che in questi Enti operano.

         Proprio su questi lavoratori vogliamo richiamare la Sua attenzione. Su questi lavoratori, denigrati da una campagna diffamatoria che li addita all’opinione pubblica come fannulloni mentre sopportano ormai da anni carichi di lavoro pesanti, che svolgono funzioni per le quali non sono retribuiti, che hanno al loro attivo migliaia di ore mai pagate, che, nonostante  le tante disfunzioni organizzative, o il malfunzionamento delle procedure informatiche, hanno sempre garantito all’utenza risposte adeguate, dimostrando una capacità professionale, non certo conseguita attraverso la formazione, ma “sul campo”. Ebbene questi lavoratori  oggi sono colpiti non solo, e sarebbe già sufficiente!, nella loro dignità, ma anche nei loro diritti.         L’attacco alla legge 104, spacciato strumentalmente come attacco a chi sfrutterebbe  a fini  esclusivamente personali una previsione legislativa, altro non è infatti che l’attacco al diritto di chi fruisce dei ristrettissimi spazi che la norma consente per supplire all’assenza totale dello Stato nella cura delle persone malate ed invalide.     Per non parlare dell’attacco alla malattia, che colpirà non certo i soliti furbi, sfuggiti evidentemente al possibile controllo della dirigenza, ma quelli che male stanno davvero!

        Ma non finisce certo qui e non contenti si arriva a colpire i lavoratori nel loro salario. Non  quello che si deve ancora avere,  come si è abituati  sin dai tempi dei famigerati accordi di luglio ’93 che hanno ridotto i rinnovi contrattuali ad una sorta di sussidio  della Caritas, ma  quello che già si percepisce, quello sul quale i lavoratori contano per pagare il mutuo o l’affitto, le tasse universitarie o i libri scolastici dei propri figli…Un furto, come altro chiamarlo?

        Ci sembra oltremodo impensabile supporre di poter arrivare alla riforma degli Enti previdenziali in questo contesto,  senza tener conto dell’effetto che questa produrrà sui lavoratori, aggravando un quadro già di per sé pesante.

        Proprio su  questo versante chiediamo il Suo impegno, signor Commissario: il resto fa parte di  una partita che si gioca su altri tavoli.

        Le chiediamo cioè di  impegnarsi di  fronte ai lavoratori per la restituzione di quanto, con un colpo di spugna estivo, è stato loro sottratto e, soprattutto, senza condizioni per la restituzione.

Ed è anche poco ciò che Le chiediamo, a fronte di quanto hanno perso in termini di diritti e dignità i lavoratori in questi ultimi tempi.

        Faccia la Sua parte, Commissario, e capiremo subito con chi sta: noi faremo la nostra il 17 ottobre, partecipando allo sciopero generale indetto dal Sindacalismo di base, al fianco dei lavoratori. 

 

Roma, 24 settembre 2008                        RdB Cub P.I. Inail