Perchè la "Riforma" della P.A. parte dall'INAIL?!

Roma -

 

 

INAIL: SPA O AGENZIA, INIZIA DA QUI LA NUOVA RIFORMA DELLA P.A.?

 

Che la lettura del Sole 24 ore fosse una lettura edificante, non c’erano dubbi. Ma che  fosse  la fonte primaria di informazione per sapere cosa bolle in pentola sul futuro del nostro Ente, ha veramente dell’incredibile. I giornali diventano luogo privilegiato per esternazioni, dichiarazioni, anticipazioni sul futuro della cosa pubblica sottraendole così alla logica del necessario  confronto nelle sedi deputate.   In un articolo pubblicato sul “Sole” di  sabato 31 maggio (“Con Inail-Spa sedi ridotte e l’efficienza sale del 30%”)  sia l’attuale Direttore Generale f.f. Alberto Cicinelli, sia Maurizio Castro, oggi  consulente di Brunetta,  si affrettano a sponsorizzare il  programma di riforma della Pubblica Amministrazione presentato alle OO.SS la settimana scorsa. Non c’è da stupirsi.  Dietro il programma del neo ministro ci sembra di avvertire in maniera piuttosto evidente  la presenza di Castro, che, tra l’altro,  non ha mai interrotto del tutto  i rapporti con parte della dirigenza Inail.  Quale migliore occasione per qualcuno di accreditarsi, in cambio di un’assicurazione per il futuro, come fautore del cambiamento, offrendo su un piatto d’argento la trasformazione dell’Inail, che rischia di assolvere la funzione di sperimentazione per tutta la Pubblica Amministrazione? “L’Inail può essere trasformata in Agenzia domani stesso” si affretta a dichiarare dalle pagine del Sole Cicinelli:  siamo pronti a traghettare l’Istituto verso la riforma, ci resta solo da stabilire quale sia l’attività prevalente, assicurativa o di prevenzione e riabilitazione, per decidere tra SpA o Agenzia. Questo è quello che si legge, neanche tanto tra le righe, nell’articolo pubblicato sabato.    

“Trasformazione, pur mantenendone la proprietà in mano pubblica, degli Enti e Istituti a vocazione economica , a cominciare da quelli previdenziali ed assicurativi, in società per azioni o Agenzie, al fine di conseguire i relativi benefici, sia in termini di riduzione dei costi di funzionamento sia di semplificazione e fluidificazione dei modelli di gestione e di prossimità al cliente/utente. Alcune amministrazioni possono finanziarsi, almeno in parte, vendendo servizi collaterali alla propria attività istituzionale , a prezzi di mercato”.  Così recita il testo della riforma.  Trasformare   nell’ottica di privatizzare o esternalizzare interi pezzi della Pubblica Amministrazione. E questa trasformazione, secondo l’articolo,  produrrebbe notevoli “vantaggi” per l’Inail.  Innanzitutto un recupero di efficienza del 30%, per un terzo derivante dalla drastica semplificazione della struttura di Governance  (il riassetto degli Organi) e per il resto dalla reingegnerizzazione dei processi produttivi e degli assetti organizzativi. Peccato che tutto questo dovrebbe calarsi proprio nell’Ente che,  guarda caso, proprio sulla base di un lavoro commissionato da Maurizio Castro all’epoca della sua carica all’Inail, ed in ottemperanza alla riduzione al 15% del personale non impiegato in attività istituzionali previsto dalla Legge Finanziaria, ha da poco varato un nuovo modello organizzativo, che fa fatica ancora a dispiegare i suoi effetti, ma che,  piaccia o non piaccia, esiste.

 Il personale, continua l’articolo,  potrebbe scendere dagli attuali 11.300 addetti a non più di 8 mila, con una gestione “soft” del turnover (più soft di così!); potrebbe essere chiusa una parte delle 250 sedi dell’Istituto, a partire da quelle con meno di 20-30 dipendenti, secondo uno dei punti della riforma  di Brunetta: “razionalizzazione delle sedi e degli uffici periferici delle Amministrazioni e degli Enti, concentrando, accorpando e unificando i presidi sui territori…superando la logica del presidio “fisico” delle aree periferiche, attraverso il rafforzamento delle relazioni telematiche e telefoniche (!)…e conseguentemente dsimettendo le sedi “minime” (sotto i 20/30 addetti)”.  Una netta inversione di tendenza quindi rispetto al decentramento operato  negli anni passati sul territorio per avvicinare l’Inail all’utenza, chiara dimostrazione che al centro dell’attenzione della riforma non è il cittadino, nel nostro caso l’infortunato, ma  esclusivamente l’impresa, l’unica capace di dialogare sistematicamente  on-line con la P.A. o meglio con quella parte esigua di Pubblica Amministrazione che rimarrebbe una volta completata l’opera di pulizia.  Al centro dell’articolo il vero interesse al problema, il surplus annuo dell’Ente che potrebbe essere girato, in caso di necessità al Tesoro e che rende ancora più appetibile l’esigenza di iniziare proprio con l’Inail la nuova fase di trasformazione. Il controllo della Corte dei Conti, spiega Castro, obbliga al rispetto delle procedure amministrative, impedendo di guardare al risultato: privatizzando si avrebbe mano libera. Chi meglio di Castro ha potuto toccare con mano questa verità?

Il ministro Brunetta non può che essere contento:  ha dalla sua parte due  validi cavalieri  che si batteranno per raggiungere il suo obiettivo. Se ieri l’obiettivo per Castro & Co. era la ricerca del Sacro Graal, infortuni zero, ora questo obiettivo sembra quasi ridicolo di fronte alla madre di tutte le battaglie: finire di distruggere, ed in tempi brevi, la Pubblica Amministrazione. Si inizi con l’Inail,  con il suo cospicuo tesoretto,   approfittando dell’imminente scadenza degli Organi.

Chiudiamo questo volantino citando testualmente le parole di Mungari apparse sempre sul “Sole 24 Ore” di qualche tempo fa,  in un articolo dal titolo tristemente profetico  “Privatizzare l’Inail non serve”:

“…Prima di proporre riforme radicali sarebbe buona regola valutare serenamente i risultati garantiti dal sistema esistente: l’Inail garantisce da sempre la gestione della tutela infortunistica con criteri di efficacia ed efficienza, ottenendo risultati soddisfacenti per lavoratori e datori di lavoro, senza gravare sul bilancio dello stato. Anzi, chiudendo il proprio bilancio in attivo, tanto da consentire l’accantonamento di risorse finanziarie che attendono soltanto di essere liberate e investite per migliorare concretamente i livelli di salute e sicurezza sul lavoro…”.

E’ solo  su questo terreno che vogliamo aprire, ed in fretta,  la discussione ed il confronto sul futuro del nostro Ente, non soltanto  per tutelare  i diritti di chi vi lavora, ma per assolvere fino in fondo un compito che può essere prerogativa solo di una Pubblica Amministrazione: la tutela integrale dell’infortunato.

Per migliorare, non per distruggere.

 

 

 

Roma, 2 giugno 2008                                     RdB CUB Inail P.I.

                                                           Coordinamento Nazionale

 

 

 

 

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