Contratto Funzioni Centrali, elemento perequativo: 50 sfumature di nero

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Fin dal primo giorno di apertura del tavolo per il  Contratto delle Funzioni Centrali, in sede ARAN, era apparso chiaro che l’accordo del 30 novembre fra Governo e CGIL,CISL,UIL,CONFSAL non reggeva in termini di risorse finanziare da destinare al nuovo CCNL 2016/2018.


La  ministra MADIA aveva infatti rilasciato molte dichiarazioni ed interviste per sostenere che, nel nuovo contratto, sarebbero state destinate maggiori risorse verso quei lavoratori maggiormente penalizzati dal blocco contrattuale e dalla crisi generale. In aggiunta a tale impegno si era spalancato il baratro del bonus fiscale degli 80 euro di “Renzi”,  che sarebbero stati progressivamente azzerati dagli aumenti contrattuali, evenienza da fronteggiare sempre con le risorse del CCNL.


Per finire CGIL,CISL,UIL,CONFSAL avevano rifiutato di accogliere la richiesta della USB di un aumento contrattuale uguale per tutti, continuando nella ripartizione percentuale delle risorse dall’alto verso il basso dei  profili professionali/retributivi.


IL risultato, al contrario di tutte le false buone intenzioni, è che con questo CCNL  la differenza stipendiale tra i profili dell’area A e quelli dell’area C cresce ulteriormente raggiungendo circa i 900,00 euro, con buona pace per chi svolge mansioni superiori.


Per sanare tale disparità e risparmiare una figuraccia alla  ministra Madia, è  stato inventato il cosiddetto “ELEMENTO PEREQUATIVO” (Art.75 CCNL): ovvero la montagna ha partorito il topolino, finanziando per altro il nuovo istituto contrattuale con lo slittamento di due mesi della decorrenza delle nuove retribuzioni da gennaio a marzo 2018.
Che sia un topolino lo dicono le tabelle del contratto che fissano il valore “dell’ELEMENTO PEREQUATIVO”: tra i 21,10 euro di un A1 e i 25,80 di un B3 riconosciuti su base mensile lorda.

Attenzione “su base mensile” non significa che tali miseri importi faranno crescere la retribuzione tabellare (lo stipendio mensile) perché, nella logica dei bonus che ormai è penetrata ovunque, anche “l’ELEMENTO PEREQUATIVO” è “UNA TANTUM” vale cioè solo per dieci mensilità,  per il solo periodo 1/3/2018 – 31/12/2018 ed in relazione al servizio prestato in detto periodo, e pertanto non è considerato come retribuzione fondamentale fissa. A completare la presa in giro, il rinvio  all’Art.74 com.2 con la precisazione che  “l’ELEMENTO PEREQUATIVO” non viene considerato agli effetti dell’indennità di buonuscita o di anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, nonché dell’indennità in caso di decesso di cui all’art. 2122 c.c (indennità agli eredi in caso di morte).


Quindi un vero e proprio “FUORI BUSTA”…nella busta, una “REGALIA”, una sorta di retribuzione “GRIGIA” per dieci mesi, che rappresenta, oltre ad un’inaccettabile presa in giro, la più clamorosa negazione della certezza del salario e del valore dello stesso CCNL, sul cui smantellamento CGIL,CISL,UIL, hanno alacremente lavorato in accordo con il Governo in questi nove anni di blocco contrattuale e delle retribuzioni.


USB P.I. INAIL